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Pittore della scuola napoletana verista
dell'800, verosimilmente intorno agli anni '80 dell'800, vicino alla
scuola di Resina. Magistrale ed espressivo ritratto di mendicante cieco.
Descrizione dell'opera .
Osserviamo una tecnica a olio ben gestita, con
pennellate larghe e pastose soprattutto nella veste e nei dettagli del
volto. La tavolozza è calda e terrosa, tipica della pittura di genere
ottocentesca. Volto segnato e drammatico, modellato con cura. La
composizione semplice ma intensa, con il soggetto frontalmente
ravvicinato, alla maniera dei ritratti psicologici. La modellazione dei
volumi del viso è resa con grande efficacia e profondità, tramite
chiaro-scuro deciso. L'iIncarnato segnato, realistico, senza
idealizzazioni: tipico del realismo ottocentesco. Il soggetto ricorda il
“vecchio contadino”, “mendicante”, o il personaggio del popolo, un tipo
di soggetto ricorrente nel secondo Ottocento. L’espressione intensa e
quasi tragica evoca la scuola napoletana, con vicinanze stilistiche a
Filippo Palizzi (soprattutto gli studi di contadini e mendicanti),
Giuseppe Renda (per il trattamento vigoroso del volto), e Antonio
Mancini (nelle fasi più veriste). L'oopera non presenta restauri o
cadute di colore. La tela ha subito un intervento di applicazione di
solo appoggio su di un pannello in legno a scopo conservativo e per
adattamento ad una cornice non coeva. La qualità pittorica è senz'altro
pregevole. Misure cm. 75 x 62,5 con cornice, solo tela 60 x 47.
La bella cornice di gusto impero / biedermeier è
degli anni 30 dell'ottocento, integra anche nella doratura a foglia.



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