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Lo stile Biedermeier viennese - le
caratteristiche e come riconoscerlo
Parti da qui:
Perchè prestare un'attenzione
particolare alle arti applicate dell'area danubiana della Mitteuropa?
La cultura dell'Impero austriaco variò a
seconda delle popolazioni che lo composero, le maggiori
germanizzate, ma in modo da creare un'unica grande cultura
mitteleuropea. In particolare nel '700 e nell'800 l'Impero è stato
punto di incontro di pittori, letterati, generali, pensatori e
grandi architetti, grazie alla sua posizione di tramite tra il mondo
occidentale e quello orientale (ortodosso e musulmano). A Vienna si
sono incontrate le più grandi menti d'Europa, che hanno contribuito
a sviluppare la cultura dell'intero paese, facendone la Roma del
Danubio all'avanguardia nelle arti e nella tecnica. Qui si incontravano i grandi illuministi nei salotti degli
Asburgo,
mentre ascoltavano le geniali note di grandi musicisti come Wolfgang
Amadeus Mozart. Si riunivano alla corte dell'Imperatore i migliori
artisti ed architetti d'Europa, che fecero stare sempre
all'avanguardia in campo artistico la capitale asburgica. L'Austria
e la Boemia erano i due paesi culturalmente più evoluti dell'Impero
asburgico, che grazie al loro grande patrimonio artistico e alle
loro meravigliose città (Vienna e Praga), contribuirono alla nascita
di una nuova e all'avanguardia cultura mitteleuropea. Furono i paesi
natali di grandi artisti, letterati e pensatori, che influirono non
solo sulla cultura dell'Impero, ma divennero famosi in tutto il
mondo. Questa "cultura mitteleuropea" si espresse principalmente
nell'architettura, nel design e nell'arredamento; infatti, in
particolare dall'inizio del XIX secolo le arti decorative
austriache e boeme avevano molte caratteristiche simili. Si ebbe in
questi paesi la nascita del moderno design e dell'architettura a
partire dal biedermeier fino alla secessione, che nassero
proprio a Vienna e influenzeranno poi la cultura europea sino alla prima
metà del XX° secolo. In Ungheria e nei paesi slavi questa avanguardia
culturale veniva meno; anche se influenzata dalla vicina Austro
-Boemia, l'Ungheria mantenne le culture e le tradizioni medievali,
che sembravano radicate in tutto il paese, tranne che nella capitale
Budapest, che alla metà dell'Ottocento era ai livelli di Praga e di
Vienna. Infatti molti artisti e letterati ungheresi si trasferirono
a Vienna, dove poterono incontrarsi e confrontarsi con molti altri
colleghi
Cosa
osservare preliminarmente quando si acquista un mobile Biedermeier.
Consigli base espressi in sintesi
per il collezionista ancora non esperto.
1) Epoca di realizzazione.
E’ vero che dal punto di vista storico
si definisce come epoca Biedermeier il periodo che va dal 1815 al 1848 ossia
dal congresso di Vienna ai moti popolari anti asburgici, ma i “capolavori”
di quest’epoca sono stati realizzati nel periodo di tempo che va dal 1815 al
1830-35. Nella fase successiva lo stile ha perso la sua originaria
semplicità ed austerità, ed è stato influenzato dalla nascente moda di un
velato ritorno in auge dello stile rococò. Le linee perdono perciò le
originarie “geometricità, eleganza ed astrazione” per abbandonarsi spesso a linee mosse e
ondulate. Le tecniche di realizzazione inoltre cominciano ad essere
influenzate da una iniziale forma di meccanizzazione.
IL RAPPORTO DI VALORE FRA OGGETTI
CONCEPITI NELLA PRIMA E NELLA SECONDA FASE PUO’ ESSERE ESPRESSO MEDIAMENTE,
SALVO ECCEZIONI PER PEZZI PARTICOLARI, NELLA MISURA DI UNO A QUATTRO. OSSIA UN
OGGETTO REALIZZATO NELLA SECONDA PARTE DEL PERIODO (1835-1848) VALE
MEDIAMENTE UN QUARTO DEL CORRISPONDENTE CONCEPITO NELLA PRIMA PARTE.
Particolare attenzione va rivolta
anche al ritorno in auge del gusto Biedermeier avvenuto negli anni ’20 e ’30
del novecento. Sulla spinta del cosiddetto “razionalismo” (Bauhaus ecc.),
molti autori decò si sono ispirati al gusto ed ai modelli Biedermeier. Le
loro realizzazioni, ad un occhio non esperto, possono sembrare simili.
Vi sono però spesso dei dettagli costruttivi diversi facilmente
riconoscibile. I pannelli dell'impiallicciatura, sono spesso larghi
superando la naturale larghezza del tronco oltre che sottili (macchine
sfogliatrici). Spesso inoltre in queste posteriori riproduzioni, i
segmenti dei pannelli non sono accostati fra loro verticalmente
"specchiando" le venature naturali del legno, tecnica tipica del biedermeier
viennese. Con ciò si intende che nei pezzi biedermeier originali i lastroni
segati e tratti da vicini punti del tronco sono affiancati fra loro in modo
che le venature dal disegno affine "si specchino" e convergano fra di
loro, quasi sempre in direzione verticale.
2) La provenienza
Lo stile Biedermeier fu molto popolare
all’epoca, e quindi il gusto si diffuse in tutta l’Europa centrale e
settentrionale, dal nord Italia alla Germania, alla Polonia e alla
Scandinavia. I grandi ebanisti e il clima “socioculturale” adeguato alla
realizzazione delle migliori opere Biedermeier erano presenti però solo a
Vienna e in parte nelle altre capitali dell’Impero. Le realizzazioni Biedermeier tedesche e scandinave in particolare,
risultano solo delle “imitazioni” dei modelli Viennesi e salvo eccezioni
sono prive della loro “leggerezza” ed eleganza. IL RAPPORTO DI VALORE FRA IL
BIEDERMEIER VIENNESE E QUELLO TEDESCO O NORDICO E’ MEDIAMENTE DI 2 A 1.
OSSIA IL TEDESCO MEDIAMENTE VALE LA META’ DEL VIENNESE (SALVO APPUNTO
PARTICOLARI PEZZI ED AUTORI) OLTRE CHE ESSERE MOLTO PIU' RARO.
3) Il modello e l’essenza
Il valore del mobile Biedermeier è
frutto della “convergenza armonica” fra tre fattori critici:
-
La forma
-
La qualità dell’essenza.
-
L'astrazione
(ossia la capacità dell'opera, per originalità, armonia e bellezza di
estraniarsi da tutto il resto circostante, attirando l'attenzione e
quindi lo sguardo verso di sè)
I mobili più costosi sono quelli
dall'aspetto molto lussuoso in
cui la preziosità dell’essenza coincide con l’eleganza, la proporzione e
soprattutto “la modernità la particolarità” della forma. Le forme più ambite
sono quelle corrispondenti ai designer ed ai migliori ebanisti viennesi (Dahnauser,
Pfeffer ecc.); esse, dalle linee quasi moderne “non invecchiano mai” ed
ispirano a tutt’oggi designer contemporanei.
Infine, le lastronature migliori sono
quelle operate in piuma di ciliegio, noce, mogano, tasso e in
radica. In seconda battuta
il frassino la betulla (nord Europa) ed infine l’acero. Molto
desiderabili sono le accentuate e gradevoli venature che si sviluppano in
senso orizzontale ricavate da alberi accuratamente scelti dagli ebanisti
dell’epoca, nonchè le filettature e le decorazioni ebanizzate e a china.
Spesso i mobili più belli sono decorati raffinate e splendide maniglie
sbalzate in ottone e bronzo con motivi floreali e neoclassici, per lo più di
forma circolare e qualche rara volta dorate a fuoco.
4) Lo stato di conservazione e
le modalità di restauro.
Una domanda da porre al venditore:
Quanto è stato aggiunto o sottratto dalla forma originale e lastronato? E’
stata preservata la patina originale prima della lucidatura?
Un’ulteriore aspetto molto importante
è la tecnica ed il materiale usato per la finitura.
E’ gommalacca o no? E’ necessario
far mettere per iscritto dal venditore che il materiale usato per la
finitura è stata vera gommalacca.
Cos’e’ la gommalacca? E’ la sostanza
“principe” con la quale si lucidano i mobili di pregio sin dal XVII °
secolo. E’ una secrezione essiccata di un insetto che vive nelle foreste
dell’India e della Thailandia di nome Kerrialacca. Nell’antichità era
importata in Europa dai veneziani e poi dagli inglesi. Trattasi di una
resina naturale che da sempre conferisce un aspetto “caldo, naturale e
vellutato” alla superficie lignea, esaltandone le venature. La lucidatura
con gommalacca che si chiama “alla francese” è un’operazione laboriosa e
complessa, richiede una grande esperienza che oggi pochi artigiani hanno
conservato. Per lucidare un piano di un tavolo sono necessarie anche 70 ore
di lavoro, in quanto è necessario operare a “settori e per strati” con
l’ausilio di un tampone imbevuto di spirito e con sole poche gocce di
gommalacca alla volta, muovendo senza fermate il tampone fino
all’evaporazione dello spirito. Se il tampone si ferma la superficie si
opacizza immediatamente. Se possiamo misurare in 0,5 millimetri lo strato di
gommalacca da ottenere per una corretta lucidatura, si può immaginare quanto
tale lucidatura richieda tempo.
La lucidatura a gommalacca è
considerata “di standard museale” da tutti i grandi musei del mondo e
finitura necessaria per il mobile Biedermeier.
Molti antiquari e “riparatori”
incompetenti utilizzano purtroppo delle “cere” o simili, oppure delle
gommalacche “sintetiche” e/o miste, di facile e rapida applicazione, vendute in
qualsiasi negozio d'hobby, che rovinano però in modo irreversibile i mobili
di pregio. Queste economiche vernici a spruzzo, sono in genere riconoscibili
perché un po' “torbide” meno translucenti e al tatto fredde e non setose e tendono a modificare il colore
naturale del legno. Inoltre siccome sono spruzzate in modo uniforme sul
mobile, nascondono le piccole irregolarità che i pezzi antichi originali
hanno, imperfezioni che accrescono la loro bellezza. Tali vernici poi,
rovinano irrimediabilmente il mobile perché per asportarle, è necessario
abradere energicamente la superficie danneggiando la patina antica.
Come riconoscere una perfetta
lucidatura a gommalacca? Al tatto il dito scorre ma è appena lievemente
frenato, con una sensazione calda e gradevole, come toccando la seta.
Osservando il mobile a luce radente, l'occhio deve vedere un riflesso simile
a quello che produce il vetro; in una lucidatura perfetta poi, non si devono
vedere i pori del legno. Il mobile appare “naturale” e “dalla calda patina”
.
Il museo delle arti applicate di
Vienna : le collezioni; clicca su questa scritta
Il vetro Boemo, della Slesia, dell'Austria. Dal'500 al '900. Kothgaesser,
Mohn, Bieman, Bohm. Visita una delle più belle gallerie virtuali tedesche.
Clicca su questa scritta
Il periodo Biedermeier. La storia.
Dal Congresso di Vienna al 1848
Il Congresso di Vienna del 1815, determinò la fine di vent'anni di guerre e sofferenze. Dopo i travagli
dell'età napoleonica, iniziò un periodo di calma
dopo tanti orrori e sconvolgimenti. Deciso a salvaguardare questa rinnovata
tranquillità e ad assicurare la pace, l'imperatore Francesco 1
d'Austria, al Congresso, accettò comunque di vedere alquanto diminuita l'influenza
politica ed economica dell'Austria. Quegli anni di dopoguerra però furono
contrassegnati dal trionfo del conservatorismo e della "conservazione", che sembrò una sorta di «allegria
sociale fondata sulla malinconia».
Negli anni fra il 1805 e il 1814 le guerre con la Francia napoleonica
avevano sconvolto l'assetto dell'Europa centrale, con la scomparsa di molti
principati tedeschi e la cancellazione di svariate frontiere. La Germania,
un tempo formata da un insieme di Stati sovrani, si era frantumata in una
serie di minuscoli staterelli, e si era trovata sull'orlo del disastro
politico, economico e sociale. Il Congresso di Vienna risolse il problema
con la creazione del Deutscher Bund (Confederazione tedesca), composto da
trentanove Stati indipendenti, ciascuno retto da una propria Costituzione.
In Austria la situazione politica era deteriorata. L'aristocrazia aveva
perso potere, l'economia del paese era uscita stremata dal conflitto, e le
condizioni di vita delle popolazioni si erano aggravate, con un'allarmante
diffusione della povertà. Per quanto conservatore, Francesco I aveva
compreso che il fatto di ospitare nella sua capitale una così importante
assise internazionale avrebbe conferito al suo paese un prestigio superiore
a ogni altra considerazione, conferendo speranza e ottimismo al
popolo. Ottimismo poi aumentato dopo la pace ottenuta con il congresso.
I cittadini dell'Impero austriaco erano sottoposti all'occhiuta sorveglianza
del principe Clemens von Metternich, che era stato nominato ministro degli
Esteri da Francesco I nel luglio 1809.
La politica del principe perseguiva l'obiettivo di mantenere la coesione
europea con la repressione di tutte le spinte nazionaliste e liberali, e
alla base della sua attività diplomatica cera l'idea che l'equilibrio del
continente dovesse essere assicurato per mezzo di un sistema di alleanze. . Pur non essendo riuscito a creare
un'Europa unita, rimase al suo posto di ministro degli Esteri fino al 1848,
quando la rivoluzione scoppiata in Austria, Germania, Francia e Italia lo
costrinse a dimettersi e a cercare rifugio in Inghilterra.
Nei lunghi anni del suo potere, il terribile principe era sempre riuscito a
soffocare i tentativi rivoluzionari applicando una rigida censura,
reprimendo con ogni mezzo tutte le ideologie liberali. Pensò che la
prosperità economica avrebbe tenuto la borghesia lontana dalle questioni
politiche, e in effetti il suo autoritarismo in un primo momento incontrò
scarsa opposizione. In seguito, però, con l’aumentare e il rafforzarsi dei
ceti medi divenne sempre più difficile imporre misure repressive. Dopo il
1830 la rivoluzione industriale, alimentò l'arricchimento e il prestigio
sociale di una borghesia sempre più insofferente di vincoli e controlli. Gli
anni del regime repressivo di Metternich, 1815-1848, coincidono con il
periodo Biedermeier. All'inizio e alla fine del suo sviluppo, gli effetti
della rivoluzione industriale e dei progressi tecnologici ed economici
modificarono profondamente la mentalità e i gusti della borghesia. La
passiva accettazione del conservatorismo dovette confrontarsi con un periodo
di rapido mutamento sociale, con una borghesia sempre più pronta a sfidare
l'autoritarismo del potere politico e una classe lavoratrice che vedeva
progressivamente abbassarsi il proprio livello di vita.
Alla morte di Francesco I, nel 1835 salì al trono imperiale il figlio
Ferdinando, debole e indeciso, poi, nel 1848 i ceti medi e proletari
pretesero il riconoscimento dei loro diritti e riforme politiche e sociali. La filosofia Biedermeier,
con i sui gusti sobri e austeri finì in tal modo con lo scomparire.
Da un società diseguale e ingiusta era nata una generazione di
ribelli, alimentata dalla massa di lavoratori che affluivano dalle province
in cerca di lavoro. Ebbe inizio
un periodo di sommovimenti.
Esplose
la rivoluzione del marzo 1848, che mise fine all'epoca Biedermeier,
anche se il sistema politico messo a punto dal Congresso di Vienna nel 1815
non subì sostanziali modifiche e l'Europa rimase in
pratica immutata per altri cento anni.
Le arti decorative. Gli
ambienti e lo stile
Le case o gli appartamenti viennesi erano di piccole dimensioni ed intime .
Composte da
diverse stanze, ciascuna con una propria funzione. Il salotto, la sala da pranzo, nella quale
si riuniva tutta la famiglia. I genitori e i figli disponevano di loro camere da letto.
Il capofamiglia disponeva uno studio. C'erano inoltre le stanze della servitù
per chi la disponeva. Infondo le abitazioni della borghesia dell'epoca non
erano congegnate in modo molto diverso da quello del nostro contemporaneo
ceto medio-alto.
Nel 1815 le città austriache e Vienna. erano intersecate da stretti
vicoli senza un disegno preciso, con poca luce. C'erano
anche piazze e spazi verdi. Le carrozze che percorrevano le strade. I pedoni a camminavano rasenti ai muri.
I negozi erano in
genere piccoli, e ogni edificio (con la sola eccezione, forse, dei palazzi
e delle chiese) era di ridotte dimensioni. La città appariva
gremita di folla, e dovunque vi era un'atmosfera festosa: i
caffè e i teatri ospitavano molte persone, e non mancavano i luoghi di riunione e di festa,le osterie e,
più oltre, i boschetti oltre le mura nei quali i cittadini potevano tranquillamente
sostare.

dettaglio quadro orologio, Vienna 1820 (NON IN VENDITA)
All’interno della casa ogni membro della famiglia coltivava con riservatezza i propri interessi
ed hobby, cosìcchè zona riservata a queste attività e
arredata di conseguenza acquistò una certa importanza nella struttura dell'abitazione. Per esempio il
capofamiglia riservava alla propria libreria un angolo del salotto, nella
quale la sistemava
(normalmente chiusa con antine a vetri e/o stoffa per proteggere i volumi dalla
polvere). Vie era poi una comoda poltrona dove curava gli affari ed
interessi.

libreria, Vienna 1800 c.a - clicca sulla foto per vederla meglio
Le donne disponeva no di una propria parte del
locale, dove operavano all'uncinetto in un tavolino da lavoro
realizzando anche piccoli oggetti per la casa.
.jpg)
Joseph Danhauser Vienna 1820 c.a - tavolino da lavoro - clicca sulla foto
per i dettagli
Le altre attività familiari, dal disbrigo della
corrispondenza alla redazione di diari personali, erano sbrigate
tranquillamente davanti a un
piccolo secrétaire a ribalta, posto alla parete o su un tavolino scrittoio. Tutta l'attività della famiglia Biedermeier, dalla
musica alle discussioni culturali e alla coltivazione dei propri
piccoli interessi, si svolgeva nell'unico salotto, secondo un
modello dì vita molto semplice.

Vienna 1820 c.a - Secretaire biedermeier - Clicca per i
dettagli Vienna
1820 c.a - Scrivania Biedermeier (Principessa Sissi antichità)
I mobili Biedermeier erano funzionali, pratici,
sobri e semplici. Erano fatti per vivere, per sedervisi comodamente e per
poter essere spostati facilmente (vedi ad esempio i tavoli a vela).

Mirabile tavolo a vela in piuma di ciliegio forse di
Joseph Danhauser. Vienna 1820 A destra disegno orginale
al Museo delle arti applicate di Vienna (Principessa Sissi
antichità)

Joseph Danhauser,
Venna 1815, magnifico tavolo a vela (Principessa Sissi antichità Udine), a
destra l'evoluzione del modello nel 1835, da un giornale dell'epoca come
pubblicità alla manifattura Danhauser.


Joseph Danhauser,
attrib. Venna 1820 magnifico divano integro (Principessa Sissi antichità
Udine)
La flessibilità era un requisito
essenziale per lo stile di vita dei ceti medi, per cui la disposizione dei
mobili nelle stanze non poteva essere stabile. C'era una profonda
differenza rispetto a un modo di abitare precedente della nobiltà fino al
periodo impero, secondo il quale ogni camera diventava
un palcoscenico; ciò aumentava la richiesta di forme e disegni diversi dì
arredamento, nelle quali ì vari pezzi potessero combinarsi fra loro in modo
da venire incontro a esigenze varie e diverse. E l'artigiano Biedermeier
provvedeva a soddisfare questa richiesta con una quantità
stupefacente di idee, disegni ed invenzioni.
Non c'erano allora, come si era verificato nel periodo dello stile Impero,
artisti ed architetti che disegnavano mobili e poi ne commissionavano spesso
la realizzazione. L'ebanista Biedermeier faceva tutto da solo e raggiungeva
la specializzazione con l'ottenimento della licenza imperiale, solo dopo un
durissimo apprendistato sottopagato di moltissimi anni.

Vienna 1810 c.a Raffinato armadio
guardaroba impero/ primo biedermeier. Transizione fra gli stili (Venduto - ex
Principessa Sissi antichità)
Nell'ambiente viennese poi, molto euforico e vivace culturalmente, vi era un
continuo confronto e scambio di idee fra artisti ed ebanisti, che potevano
anche ispirarsi a modelli pubblicati su riviste e cataloghi (ad esempio i
caloghi originali del grande Joseph Danhauser). I nuovi modelli comunque
dovevano essere tutti originali.

Scrittoio dell'Arciduchessa Sofia (MAK Vienna) e disegno originale di Joseph
Danhauser, Vienna, Museo delle Arti applicate

Tavolo e sedie della cerchia di Joseph Danhauser (venduti - ex Principessa
Sissi antichità Udine). A destra disegni originali di Danhauser, Museo di
Vienna


Tavolo da The di Andreas Pfeffer.
Vienna 1820. (Principessa Sissi antichità)
Disegno originale di Andreas Pfeffer.
Vienna Museo Arti Applicate

Tavolo in pero ebanizzato. Vienna 1815 Cerchia di Joseph Danhauser (venduto
- ex Principessa Sissi antichità Udine).
Lo stile Biedermeier esigeva semplici forme geometriche, e gli
artigiani prediligevano strutture simmetriche e superfici piane, che
consentivano un'agevole lastronatura in essenza pregiata su strutture in
legno tenero, acero o quercia. Il fondo era costituito da tavole
incollate in modo da formare un piano largo e ben piallato, sul quale si
incollava il lastrone pregiato, e questo sistema costruttivo impediva le
deformazioni del materiale.
La decorazione delle superfici era in genere affidata alle venature del
prezioso legname, che venivano accostate (attenzione, i lastroni sempre
specchiati, di larghezza non superiore al fusto dell'albero) in modo da formare, per affinità o
contrasto, un bel disegno. Era qui che il lavorante poteva esercitare la sua
creatività, operando con fantasia su superfici ampie e aperte come un
artista sulla tela.
Nessuno è mai riuscito ad imitare la perizia degli ebanisti biedermeier
nell'utilizzare in modo così semplice le preziose essenze presenti negli
inviolati boschi esistenti all'epoca intorno a Vienna. Ogni ebanista
sceglieva personalmente gli alberi da tagliare e conosceva in modo
"maniacale" il punto esatto dove ricavare il lastrone con le venature più
belle. Anche per questo si può definire l'epoca biedermeier come
"l'invenzione della semplicità". Si realizzarono delle mobilie
magnificamente sobrie solo utilizzando la bellezza che la natura offriva,
ossia il poetico gioco delle venature del legno, senza "appesantimenti
alcuni".
.jpg)
Vienna 1810 c.a - Comò lastronato in piuma di noce -
Importante armadio lastronato in piuma di ciliegio - Clicca per i dettagli
Quanto più scelta era l'essenza quanto più risultavano armoniosi gli accoppiamenti
che influenzavano il disegno generale del mobile.
Per avere un'idea del valore dei mobili
una bella sedia costava 11 gulden,
mentre un tavolino da tè in noce, ne costava
48, che potevano però diventare 66 se il legno usato era il mogano.
Il salario di un giorno di un lavorante specializzato era di un gulden
mentre un lavorante medio percepiva un salario di soli 0,40 gulden . La componente economica
ebbe un suo peso anche nella scelta materica. Di solito, gli artigiani
sceglievano i legni dai colori più chiari provenienti dagli alberi da frutto
della loro zona. In Austria e in Baviera erano comuni il ciliegio e il noce;
nella Germania settentrionale la betulla; nelle zone centrali e orientali
austriache e tedesche il frassino, tutti materiali le cui calde sfumature,
unite all'eleganza delle venature, valorizzavano le linee semplici e sobrie
dei mobili Biedermeier.
Nella scelta del legno non contava tuttavia solo la facile reperibilità. Un
legno d'importazione come il mogano era costoso e raro e quindi veniva usato
di rado nella fasi iniziali dello stile Biedermeier e per i pezzi viennesi
più lussuosi. Senza contare che,
trattandosi del materiale favorito per i mobili in stile Impero, esso venne
inizialmente trascurato proprio per questo motivo. Per giunta, tutti i legni
esotici provenienti dal Sudamerica e dai Caraibi, non poterono entrare in
Europa finché durò il blocco navale
intorno all'Impero napoleonico, cioè dal 1806 sino alla sconfitta dell'imperatore.
Il tramonto del periodo
Per tutto il periodo Biedermeier è
esistita una viva competitività tendente ad accrescere e migliorare la
perizia e la creatività dei maestri ebanisti. Le esposizioni annuali di
mobili stimolavano le idee e favorivano la conoscenza delle ultime
novità tecniche e stilistiche anche al grande pubblico. In occasione di
queste manifestazioni si facevano confronti e valutazioni esaminando
accuratamente i nuovi pezzi; le discussioni intorno ai progressi tecnici
continuavano sui giornali e nelle riviste dell'epoca.
Intorno al 1830, però, le
caratteristiche dello stile presero a scostarsi sempre di più dalla
sobria eleganza ed austerità dei 15 anni precedenti. Iniziarono ad essere
ideati nuovi modelli con un'accentuazione della sagomatura dei
supporti e con disegno più elaborato e puramente
decorativo, ai limiti del capriccio. L'antica raffinata semplicità del Biedermeier
andava svanendo. Gli aspetti funzionali vennero sacrificati in nome
dell'innovazione per una produzione più estesa. La purezza dello stile venne sostituita da forme a bulbo,
da sinuose arricciature, dagli intagli, dagli ovoli e da zampe e pioli di
schienali decisamente affusolati, nonchè da un iniziale vago richiamo allo
stile rococò del settecento, con gambe a capriolo, pannelli e schienali
ondulati.
Guarda l'evoluzione dello stile (P.S. Considera che la rarità il rapporto di valore
fra oggetti analoghi integri dal 1815 al 1830-35 e dal 1835 al 1850 è in media
di 4 a 1) :

Vienna 1815 ca.
Vienna 1825 c.a Coppia di sedie
Vienna 1835 c.a coppia di sedie (Biedermeier maturo)

Le sedie di
cui sopra al centro in un dipinto dell'epoca

Vienna 1810 c.a Libreria in noce (venduta)
Vienna 1840 Libreria in piuma di frassino
La tendenza all'arrotondamento delle
sagome si fece addirittura esasperata, dal 1848 in poi, man mano che si
venivano sperimentando macchinari e procedimenti più avanzati come le
macchine sfogliatrici. Ora si poteva
procedere alla piegatura di sottili strisce di legno, alla loro incollatura
in una curva continua e all'applicazione dell'impiallacciatura con una
lavorazione eseguita completamente a macchina. Il "gusto" per le linee
curve conobbe una diffusione tale da far pensare appunto ad una rinascita del
Rococò.
In questa trasformazione dello stile
Biedermeier, un ruolo di spicco ebbe Michael Thonet.
Emigrato a Vienna nel 1842, a
quarantasei anni, dopo aver lasciato Boppard, in Germania, Thonet aveva messo a punto una tecnica per la curvatura del legno col
vapore, che gli aveva consentito di fabbricare in serie sedie e poltroncine
rimaste in produzione fino all'alba del Novecento. Tutto l'Impero
austro-ungarico venne rifornito delle sue sedie in legno curvato, sicché i
sui mobilifici in Moravia (attuale Repubblica Ceca) furono fra i primi ad assumere dimensioni industriali. Per molti
aspetti i mobili di Thonet rimanevano a cavallo fra il vecchio e il nuovo
stile, con un robusto nucleo di semplicità tipicamente Biedermeier. Oggi i
mobili da lui disegnati, come quelli Biedermeier, di una straordinaria
eleganza e semplicita’, costituiscono, delle componenti d’arredo
ricercatissime e d’alto pregio, di incredibile attualita’ per le linee
sobrie e per l’uso maestrale delle essenze come unica caratteristica
decorativa.
Si tratta di uno stile di incredibile modernita’ e semplicita’ la cui
bellezza e’ sottolineata dal sapiente uso del materiale ligneo, le cui
linee, sono tuttora prese come spunto dai piu’ grandi architetti e desiner
contemporanei (vedi i modelli Thonet moderni, uguali agli originali e sempre
attuali) .
Lo stile biedermeier ormai dimenticato, e’ stato espressione dello stile di vita della nascente classe
borghese della restaurazione, una classe che possedeva una casa propria, anche se modesta, dove stare, leggere, dormire, nel
proprio guscio personale e senza fanfare. Se fu l’estrema trasformazione
dell’Impero, fu anche il primo a concepire l’arredamento come “confort
necessario”. Fu lo stile che rappresento’ al meglio la vita famigliare nella
sua intimita’anche nella pittura ed altre arti applicate come vetri e
porcellane, che ritraevano ogni aspetto della semplice
vita domestica. Lo stile Biedermeier è stato la "tipica" espressione di una mentalita’ “pratica, domestica e essenziale” dove, nell’uso dei legni chiari senza eccesso di addobbi si
intravedeva la “trasparenza e l’onesta” del cittadino dell’epoca (Bieder
Meier, che tradotto letteralmente significa “onesto fattore”). Ha
influenzato fortemente anche fino ad oggi la mentalità e il senso civico
delle genti dell'Europa Centrale (fra cui l'Italia settentrionale) fino ad
oggi.
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Biedermeier negli Stati Uniti. Per questo motivo è un ottimo
investimento. Compara la nostra qualità e i nostri prezzi, di gran lunga
migliori, rispetto a quelli praticati da una delle più prestigiose
gallerie Newyorkesi.
Confronta la nostra qualità con quest'altra
galleria di Chicago, fra le più importanti degli Stati Uniti. Clicca su
questa scritta.
Osserva la "modernità" dello stile
biedermeier. La sedia a sinistra (non in vendita - coperta da diritti
d'autore- già pubblicata da Promosedia s.p.a.
e Sudio Archirivolto- visualizzata solo a scopo illustrativo) è la
vincitrice del premio "sedia dell'anno 2008". Guarda come le nostre
sedie biedermeier originali a fianco, che sono state concepite 200 anni fa,
siano altrettanto e incredibilmente "moderne" nella linea.

Osserva il confronto fra questi due oggetti (nostra ricostruzione
fotografica):
A sinistra, un tavolo di moderna produzione dal prestigioso design,
disegnato negli anni '50 dal famoso architetto Saarinen. A destra un
nostro tavolo originale impero - primo biedermeier viennese del 1810 c.a
(vedi nella sezione "tavoli da salotto" di questo sito). E' incredibile ed
evidente la modernità del biedermeier viennese, come è anche evidente che il
designer contemporaneo ad esso s'è ispirato.

Immagina un bel secretaire biedermeier viennese del 1820
dalla calda patina, inserito in un arredamento moderno di
designer, al posto di un "freddo" televisore al plasma:

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