Galleria d'arte "Principessa Sissi"® Antichità s.a.s.
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Questo a seguire è nostro elaborato a disposizione gratuita per uso privato esclusivamente culturale.   La  copia e/o diffusione mediatica a scopo di lucro non autorizzata di questo documento autografo sarà perseguita nelle sedi competenti.

 

Lo stile Biedermeier viennese - le caratteristiche e come riconoscerlo

 

Parti da qui:

 

 Lo stile “Biedermeier” L'invenzione della semplicità.

 

Il contesto geografico:

 

 La cultura dell'Impero austriaco variò a seconda delle popolazioni che lo composero, le maggiori germanizzate, ma in modo da creare un'unica grande cultura mitteleuropea. In particolare nel '700 e nell'800 l'Impero è stato punto di incontro di pittori, letterati, generali, pensatori e grandi architetti, grazie alla sua posizione di tramite tra il mondo occidentale e quello orientale (ortodosso e musulmano). A Vienna si sono incontrate le più grandi menti d'Europa, che hanno contribuito a sviluppare la cultura dell'intero paese, facendone la Roma del Danubio all'avanguardia nelle arti e nella tecnica. L'Austria e la Boemia erano i due paesi culturalmente più evoluti dell'Impero asburgico, che grazie al loro grande patrimonio artistico e alle loro meravigliose città (Vienna e Praga), contribuirono alla nascita di una nuova e all'avanguardia cultura mitteleuropea. Furono i paesi natali di grandi artisti, letterati e pensatori, che influirono non solo sulla cultura dell'Impero, ma divennero famosi in tutto il mondo.

 

Questa "cultura mitteleuropea" si espresse principalmente nell'architettura, nel design e nell'arredamento; infatti, in particolare dall'inizio del XIX secolo le arti decorative austriache e boeme avevano molte caratteristiche simili. Si ebbe in questi paesi la nascita del moderno design e dell'architettura a partire dal biedermeier fino alla secessione, che nacquero proprio a Vienna e influenzeranno poi la cultura europea sino alla prima metà del XX° secolo. In Ungheria e nei paesi slavi questa avanguardia culturale veniva meno; anche se influenzata dalla vicina Austro -Boemia, l'Ungheria mantenne le culture e le tradizioni più antiche, che sembravano radicate in tutto il paese, tranne che nella capitale Budapest, che alla metà dell'Ottocento era ai livelli di Praga e di Vienna.

 

La storia in sintesi. Dal Congresso di Vienna del 1815 al 1848

 

Il Congresso di Vienna del 1815, determinò la fine di vent'anni di guerre e sofferenze. Dopo i travagli dell'età napoleonica, iniziò un periodo di calma dopo tanti orrori e sconvolgimenti. Quegli anni di dopoguerra però furono contrassegnati dal trionfo del conservatorismo e della "conservazione". Negli anni fra il 1805 e il 1814 le guerre con la Francia napoleonica avevano sconvolto l'assetto dell'Europa centrale, con la scomparsa di molti principati tedeschi e la cancellazione di svariate frontiere. La Germania, un tempo formata da un insieme di Stati sovrani, si era frantumata in una serie di minuscoli staterelli, e si era trovata sull'orlo del disastro politico, economico e sociale. Il Congresso di Vienna risolse il problema con la creazione del Deutscher Bund (Confederazione tedesca), composto da trentanove Stati indipendenti, ciascuno retto da una propria Costituzione. In Austria la situazione politica era deteriorata. L'aristocrazia aveva perso potere, l'economia del paese era uscita stremata dal conflitto. I cittadini dell'Impero austriaco erano sottoposti all'occhiuta sorveglianza del principe Clemens von Metternich, che era stato nominato ministro degli Esteri da Francesco I nel luglio 1809. La politica del principe perseguiva l'obiettivo di mantenere la coesione europea con la repressione di tutte le spinte nazionaliste e liberali, e alla base della sua attività diplomatica cera l'idea che l'equilibrio del continente dovesse essere assicurato per mezzo di un sistema di alleanze. . Nei lunghi anni del suo potere, il terribile principe era sempre riuscito a soffocare i tentativi rivoluzionari applicando una rigida censura, reprimendo con ogni mezzo tutte le ideologie liberali. Pensò che la prosperità economica avrebbe tenuto la borghesia lontana dalle questioni politiche, e in effetti il suo autoritarismo in un primo momento incontrò scarsa opposizione. In seguito, però, con l’aumentare e il rafforzarsi dei ceti medi divenne sempre più difficile imporre misure repressive. Dopo il 1830 la rivoluzione industriale, alimentò l'arricchimento e il prestigio sociale di una borghesia sempre più insofferente di vincoli e controlli. Gli anni del regime repressivo di Metternich, 1815-1848, coincidono con il periodo Biedermeier. All'inizio e alla fine del suo sviluppo, gli effetti della rivoluzione industriale e dei progressi tecnologici ed economici modificarono profondamente la mentalità e i gusti della borghesia. La passiva accettazione del conservatorismo dovette confrontarsi con un periodo di rapido mutamento sociale, con una borghesia sempre più pronta a sfidare l'autoritarismo del potere politico e una classe lavoratrice che vedeva progressivamente abbassarsi il proprio livello di vita. Alla morte di Francesco I, nel 1835 salì al trono imperiale il figlio Ferdinando, debole e indeciso, poi, nel 1848 i ceti medi e proletari pretesero il riconoscimento dei loro diritti e riforme politiche e sociali. La filosofia Biedermeier, con i sui gusti sobri e austeri finì in tal modo con lo scomparire. Esplose la rivoluzione del marzo 1848, che mise fine all'epoca Biedermeier, anche se il sistema politico messo a punto dal Congresso di Vienna nel 1815 non subì sostanziali modifiche e l'Europa rimase in pratica immutata per altri cento anni. Per tutto il periodo Biedermeier, nella sola Vienna, fino al 1835 c.a è esistita una viva competitività tendente ad accrescere e migliorare la perizia e la creatività dela cerchia dei maestri ebanisti. Le esposizioni annuali di mobili stimolavano le idee e favorivano la conoscenza delle ultime novità tecniche e stilistiche anche al grande pubblico. In occasione di queste manifestazioni si facevano confronti e valutazioni esaminando accuratamente i nuovi pezzi; le discussioni intorno ai progressi tecnici continuavano sui giornali e nelle riviste dell'epoca. Fra i gendi ebanisti/designers dell'epoca spiccava la figura di Joseph Danhauser le cui creazioni con linee che “vincono il tempo” possono considersi le progenintrici del moderno arredamento, nei secoli successive ed ancor oggi imitate. Giuseppe Danhauser Ulrich (nato il 14 marzo 1780 a Vienna; † 9 gennaio 1829 a Ibidem), è stato un geniale designer e il moglior produttore di mobili Biedermeier. Operava a Wieden, a Vienna. Dopo la formazione come uno scultore presso l'Accademia di Belle Arti, fonda nel 1804 la manifattura che porta il suo nome, dove crea, per committenze elevate, dapprima famiglie nobiliari poi anche ricchi borghesi, magnifici oggetti d'arredo come mobili, tendaggi e tappezzerie tappeti e oggetti in bronzo e in vetro . Come un impianto di produzione utilizzava il a Palazzo Czernin-Althan nel giardino della Favoritenstraße . Nel suo laboratorio, nel 1808 lavoravano oltre 100 artigiani, che realizzavano in base ai suoi disegni e progetti (che sono tuttora conservati presso il museo delle arti applicate di Vienna) mobili, lampade e altri magnifici oggetti d'arredo appunto Le sue realizzazioni furono fortemente richieste dai ceti più elevati, e per questo motivo, Danhauser istituì degli uffici di vendita nelle più importanti città dell'Impero Austro Ungarico, dove vendeva, con dei cataloghi realizzati con i sui disegni, degli splendidi oggetti , che rappresentavano una soluzione globale per il design e l'arredo dei castelli e residenze di prestigio. Vantava come clienti membri della casa reale, come l'arciduchessa Sofia, e l'arciduca Albrecht cui arredò il castello (l' Albertina di oggi); arredò inoltre il Weilburg nel Baden , la Geymüller-Schloessel a Vienna , e parti del castello di Graz. Dopo la sua morte lo stabilimento fu ereditato dal figlio Giuseppe, pittore e grafico, e continuò a produrre arredi fino al 1838. In seguito i sui locali furono utilizzati come ospedale. I suoi disegni originali, oggi appunto conservati nel Museo delle Arti applicate di Vienna ove sono visibili su appuntamento, costituiscono la principale fonte documentale sullo stile e l'epoca biedermeier viennese. I pochi mobili e oggetti originali della sua manifattura, sono oggi molto rari e sono considerati le migliori realizzazioni dell'epoca Biedermeier. Raggiungono valutazioni molto elevate. Le arti decorative. Gli ambienti e lo stile Le case o gli appartamenti viennesi erano di piccole dimensioni ed intime . Composte da diverse stanze, ciascuna con una propria funzione. Il salotto, la sala da pranzo, nella quale si riuniva tutta la famiglia. I genitori e i figli disponevano di loro camere da letto. Il capofamiglia disponeva uno studio. C'erano inoltre le stanze della servitù per chi la disponeva. Infondo le abitazioni della borghesia dell'epoca non erano congegnate in modo molto diverso da quello del nostro contemporaneo ceto medio-alto. All’interno della casa ogni membro della famiglia coltivava con riservatezza i propri interessi ed hobby, cosìcchè zona riservata a queste attività e arredata di conseguenza acquistò una certa importanza nella struttura dell'abitazione. Per esempio il capofamiglia riservava alla propria libreria un angolo del salotto, nella quale la sistemava (normalmente chiusa con antine a vetri e/o stoffa per proteggere i volumi dalla polvere). Le donne disponeva no di una propria parte del locale, dove operavano all'uncinetto in un tavolino da lavoro realizzando anche piccoli oggetti per la casa. Le altre attività familiari, dal disbrigo della corrispondenza alla redazione di diari personali, erano sbrigate tranquillamente davanti a un piccolo secrétaire a ribalta, posto alla parete o su un tavolino scrittoio. Tutta l'attività della famiglia Biedermeier, dalla musica alle discussioni culturali e alla coltivazione dei propri piccoli interessi, si svolgeva nell'unico salotto, secondo un modello dì vita molto semplice. I mobili Biedermeier erano funzionali, pratici, sobri e semplici. Erano fatti per vivere, per sedervisi comodamente e per poter essere spostati facilmente (vedi ad esempio i tavoli a vela). La flessibilità era un requisito essenziale per lo stile di vita dei ceti medi, per cui la disposizione dei mobili nelle stanze non poteva essere stabile. C'era una profonda differenza rispetto a un modo di abitare precedente della nobiltà fino al periodo impero, secondo il quale ogni camera diventava un palcoscenico; ciò aumentava la richiesta di forme e disegni diversi dì arredamento, nelle quali ì vari pezzi potessero combinarsi fra loro in modo da venire incontro a esigenze varie e diverse. E l'artigiano Biedermeier provvedeva a soddisfare questa richiesta con una quantità stupefacente di idee, disegni ed invenzioni. Non c'erano allora, come si era verificato nel periodo dello stile Impero, artisti ed architetti che disegnavano mobili e poi ne commissionavano spesso la realizzazione. L'ebanista Biedermeier faceva tutto da solo e raggiungeva la specializzazione con l'ottenimento della licenza imperiale, solo dopo un durissimo apprendistatodi moltissimi anni. Lo stile Biedermeier esigeva semplici forme geometriche, e gli artigiani prediligevano strutture simmetriche e superfici piane, che consentivano un'agevole lastronatura in essenza pregiata su strutture in legno tenero, acero o quercia. Il fondo era costituito da tavole incollate in modo da formare un piano largo e ben piallato, sul quale si incollava il lastrone pregiato, e questo sistema costruttivo impediva le deformazioni del materiale. La decorazione delle superfici era in genere affidata alle venature del prezioso legname, che venivano accostate (attenzione, i lastroni sempre specchiati, di larghezza non superiore al fusto dell'albero) in modo da formare, per affinità o contrasto, un bel disegno. Era qui che il lavorante poteva esercitare la sua creatività, operando con fantasia su superfici ampie e aperte come un artista sulla tela. Nessuno è mai riuscito ad imitare la perizia degli ebanisti biedermeier nell'utilizzare in modo così semplice le preziose essenze presenti negli inviolati boschi esistenti all'epoca intorno a Vienna. Ogni ebanista sceglieva personalmente gli alberi da tagliare e conosceva in modo "maniacale" il punto esatto dove ricavare il lastrone con le venature più belle. Anche per questo si può definire l'epoca biedermeier come "l'invenzione della semplicità". Si realizzarono delle mobilie magnificamente sobrie solo utilizzando la bellezza che la natura offriva, ossia il poetico gioco delle venature del legno, senza "appesantimenti alcuni" se non delle eleganti filettature realizzate in legno d'acero o prugno. In genere gli artigiani sceglievano i legni dai colori più chiari provenienti dagli alberi da frutto della loro zona. In Austria erano comuni il ciliegio e il noce; nella Germania settentrionale la betulla; nelle zone centrali e orientali austriache e tedesche il frassino, tutti materiali le cui calde sfumature, unite all'eleganza delle venature, valorizzavano le linee semplici e sobrie dei mobili Biedermeier. Un legno d'importazione come il mogano era costoso e raro e quindi veniva usato di rado nella fasi iniziali dello stile Biedermeier e per i pezzi viennesi più lussuosi. Tutti i legni esotici provenienti dal Sudamerica e dai Caraibi, non poterono entrare in Europa finché durò il blocco navale intorno all'Impero napoleonico, cioè dal 1806 sino alla sconfitta dell'imperatore. La fine del periodo Intorno al 1830-35, però, le caratteristiche dello stile presero a scostarsi sempre di più dalla sobria eleganza ed austerità dei 20 anni precedenti. Si crearono modelli con un'accentuazione della sagomatura dei supporti e con disegno più elaborato e puramente decorativo, ai limiti del capriccio. L'antica raffinata semplicità del Biedermeier andava svanendo. Gli aspetti funzionali vennero sacrificati in nome dell'innovazione per una produzione più vasta. La purezza dello stile venne sostituita da forme a bulbo, da sinuose arricciature, dagli intagli, dagli ovoli e da zampe e pioli di schienali decisamente affusolati, nonchè da un iniziale vago richiamo allo stile rococò del settecento, con gambe a capriolo, pannelli e schienali ondulati.

Guarda l'evoluzione dello stile (P.S. Considera che la rarità, l'interesse storico/artistico e quindi  il rapporto di valore fra oggetti analoghi integri del periodo dal 1815 al 1830-35 rispetto a quelli dal 1835 al 1850 è macroscopicamente diverso)   :

  

Importante serie di 4 sedie viennesi del 1810/15 con schienale "a lira". (*)

Cerchia di Joseph Danhauser. Importante sedia. Vienna 1820/25

 

 

Coppia di sedie viennesi del tardo Biedermeier, Vienna 1835-40

 

Elegante sedia integra della metà dell'800

 

Interno biedermeier  in un dipinto dell'epoca  1820/30

 

 Altri esempi:

    

Libreria in frassino del primo biedermeier viennese. Vienna 1815-20 c.a.

                   

Liberia in frassino del periodo biedermeier maturo. Austria 1835 c.a

 

  

Armadi Vienna 1815/20 c.a

Armadio Austria tardo biedermeier /eclettismo 1840 /50

Armadio Austria 1870 eclettismo

 

 La tendenza all'arrotondamento delle sagome si fece addirittura esasperata nella seconda metà dell'800, man mano che si venivano sperimentando macchinari e procedimenti più avanzati come le macchine sfogliatrici. Ora si poteva procedere alla piegatura di sottili strisce di legno, alla loro incollatura in una curva continua e all'applicazione dell'impiallacciatura con una lavorazione eseguita completamente a macchina.

Lo stile biedermeier ormai dimenticato, e’ stato espressione dello stile di vita della nascente classe borghese della restaurazione, una classe che possedeva una casa propria dove stare, leggere, dormire, nella propria intimità e senza fanfare. Fu lo stile che rappresentò al meglio la vita famigliare nella sua intimita’anche nella pittura ed altre arti applicate come vetri e porcellane, che ritraevano ogni aspetto della semplice vita domestica. Lo stile Biedermeier è stato la "tipica" espressione di una mentalita’ “pratica, domestica e essenziale” dove, nell’uso dei legni chiari senza eccesso di addobbi si intravedeva la “trasparenza e l’onesta” del cittadino dell’epoca (Bieder Meier, che tradotto letteralmente significa “onesto fattore”). Ha influenzato fortemente anche fino ad oggi la mentalità e il senso civico delle genti dell'Europa Centrale (fra cui l'Italia settentrionale) fino ad oggi.

 

 Consigli base per gli acquisti dei veri mobili biedermeier viennesi in sintesi.

 

1) Epoca di realizzazione. E’ vero, come sopra descritto, che dal punto di vista storico si definisce come epoca Biedermeier il periodo che va dal 1815 al 1848 ossia dal congresso di Vienna ai moti popolari anti asburgici, ma i “capolavori” di quest’epoca sono stati realizzati nel periodo di tempo che va dal 1815 al 1830-35. Nella fase successiva,  lo stile ha perso la sua originaria semplicità ed austerità, ed è stato influenzato dalla nascente moda di un velato ritorno in auge dello stile rococò. Le linee perdono perciò l’originaria “geometricità” per abbandonarsi spesso a linee mosse e ondulate. Le tecniche di realizzazione inoltre cominciano ad essere influenzate da una iniziale forma di meccanizzazione. Particolare attenzione va rivolta anche al ritorno in auge del gusto Biedermeier avvenuto negli anni ’20 e ’30 del novecento. Sulla spinta del cosiddetto “razionalismo” (Bauhaus ecc.), molti autori decò si sono ispirati al gusto ed ai modelli Biedermeier. Le loro realizzazioni, ad un occhio non esperto, possono sembrare simili (vedi sopra).

 

2) La provenienza Lo stile Biedermeier fu molto popolare all’epoca, e quindi il gusto si diffuse in tutta l’Europa centrale e settentrionale, dal nord Italia alla Germania, alla Polonia e alla Scandinavia. I grandi ebanisti e il clima “socioculturale” adeguato alla realizzazione delle migliori opere Biedermeier erano presenti però solo a Vienna e marginalmente nelle altre capitali dell’Impero. Le realizzazioni Biedermeier tedesche, scandinave, ungheresi ed anche del nord Italia in particolare, risultano solo delle “imitazioni” dei modelli Viennesi e salvo rare eccezioni sono prive della loro originaria “leggerezza” ed eleganza.



Vienna 1815-20. (Principessa Sissi antichità).

Vienna 1825-30 (Principessa Sissi antichità).

Vienna 1820/30 (Principessa Sissi antichità).

Germania, Berlino 1830 c.a divano in noce

Nord Germania 1840 c.a divano in mogano

Svezia 1830 c.a divano in betulla

Vienna, 1815/20, (Principessa Sissi antichità)

 

Germania 1820

Vienna, 1810 c.a, console in mogano (ex Principessa Sissi antichità)

Germania consolle in mogano 1815/20 c.a

Vienna, 1830 c.a, scrittoio della cerchia di J. Dahnauser (ex Principessa Sissi)

Budapest, Ungheria, scrittoio 1830/35 (Museo arti applicate Budapest)

 3) Il modello e l’essenza Il valore del mobile Biedermeier è frutto della “convergenza armonica” fra due fattori critici: A)La forma B) La qualità dell’essenza. I mobili più costosi sono quelli in cui la preziosità dell’essenza coincide con l’eleganza, la proporzione e soprattutto “la modernità la particolarità” della forma. Le forme più ambite sono quelle corrispondenti ai designer ed ai migliori ebanisti viennesi (Dahnauser, Pfeffer ecc.); esse, dalle linee quasi moderne “non invecchiano mai” ed ispirano a tutt’oggi designer contemporanei

Alcuni esempi delle opere più valutate :



Vienna, 1815 - 20. Straordinario tavolo "a tulipano" del primo biedermeier viennese attribuibile ad Joseph Danhauser

Joseph Danhauser. Vienna 1815 c.a.

Vienna, Joseph Dahnauser o immediata cerchia. 1815 c.a

 

Infine, le lastronature migliori sono quelle operate in piuma di ciliegio, noce  mogano e radiche. In seconda battuta  il frassino; meno richieste sono infine la betulla (nord Europa) e l’acero massello. Molto desiderabili sono le accentuate e gradevoli venature che si sviluppano in senso orizzontale ricavate da alberi accuratamente scelti dagli ebanisti dell’epoca, nonchè le filettature e le decorazioni ebanizzate e a china.

Noce :

                         

 

Ciliegio :

                                  

Frassino :

                      

Mogano :

                         

 

Acero :

                        

 

Betulla /nord Europa - Scandinavia :

 

4) Lo stato di conservazione e le modalità di restauro. Una domanda da porre al venditore: Quanto è stato aggiunto o sottratto dalla forma originale e lastronato? E’ stata preservata la patina originale prima della lucidatura? Un’ulteriore aspetto molto importante è la tecnica ed il materiale usato per la finitura. E’ gommalacca o no? E’ necessario far mettere per iscritto dal venditore che il materiale usato per la finitura è stata vera gommalacca. Cos’e’ la gommalacca? E’ la sostanza “principe” con la quale si lucidano i mobili di pregio sin dal XVII ° secolo. E’ una secrezione essiccata di un insetto che vive nelle foreste dell’India e della Thailandia di nome Kerrialacca. Nell’antichità era importata in Europa dai veneziani e poi dagli inglesi. Trattasi di una resina naturale che da sempre conferisce un aspetto “caldo, naturale e vellutato” alla superficie lignea, esaltandone le venature. La lucidatura con gommalacca che si chiama “alla francese” è un’operazione laboriosa e complessa, richiede una grande esperienza che oggi pochi artigiani hanno conservato. Per lucidare un piano di un tavolo sono necessarie anche 70 ore di lavoro, in quanto è necessario operare a “settori e per strati” con l’ausilio di un tampone imbevuto di spirito e con sole poche gocce di gommalacca alla volta, muovendo senza fermate il tampone fino all’evaporazione dello spirito. Se il tampone si ferma la superficie si opacizza immediatamente. Se possiamo misurare in 0,5 millimetri lo strato di gommalacca da ottenere per una corretta lucidatura, si può immaginare quanto tale lucidatura richieda tempo. La lucidatura a gommalacca è considerata “di standard museale” da tutti i grandi musei del mondo e finitura necessaria per il mobile Biedermeier. Atiquari minori e “riparatori” incompetenti utilizzano purtroppo delle “cere” o simili, oppure delle gommalacche “sintetiche”, di facile e rapida applicazione, vendute in qualsiasi negozio d'hobby, che rovinano però in modo irreversibile i mobili di pregio. Queste economiche vernici a spruzzo, sono in genere riconoscibili perché un po' “torbide” meno translucenti e tendono a modificare il colore naturale del legno. Inoltre siccome sono spruzzate in modo uniforme sul mobile, nascondono le piccole irregolarità che i pezzi antichi originali hanno, imperfezioni che accrescono la loro bellezza. Tali vernici poi, rovinano irrimediabilmente il mobile perché per asportarle, è necessario abradere energicamente la superficie danneggiando la patina antica. Come riconoscere una perfetta lucidatura a gommalacca? Al tatto il dito scorre ma è appena lievemente frenato, con una sensazione calda e gradevole, come toccando la seta. Osservando il mobile a luce radente, l'occhio deve vedere un riflesso simile a quello che produce il vetro; in una lucidatura perfetta poi, non si devono vedere i pori del legno. Il mobile appare “naturale” e “dalla calda patina” .

Autore : Galleria d'alto antiquariato "Principessa Sissi"  - Udine - Italia - vietata la copiatura /diffusione per fini commerciali/ imprenditoriali

 

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