Pittore della scuola fiamminga del '600 della cerchia di Isack
van Ostade. Olio su tela d'ottima mano d'iconografia tipica
della provenienza. In base all'esame visivo stilistico formale,
della patina, dei pigmenti utilizzati e della tecnica
costruttiva della tela, quest'opera è ragionevolmente databile
al secolo XVII°. La cornice, integrata in epoca posteriore,
dalla gradevole patina originale, forse coeva o comunque
realizzata entro la prima metà dell'800, è dorata a mecca. Sono
stati operati dei minimi e circoscritti restauri di tipo
conservativo sulla tela. I paesaggi invernali immaginati da
Isack van Ostade presentano delle caratteristiche specifiche e
autonome, con la presenza di edifici rustici, taverne o edifici
agricoli; una luce calda in diagonale, con toni piuttosto
monocromatici ereditati dallo stile di Jakob Van Ruisdael, e
l'acqua ghiacciata con un bosco nello sfondo che si sviluppa nel
lato sinistro. Misura cm. 64 x51, cm. 51 x 40 la sola tela.
Note : lo spazio dei fiamminghi è molto diverso anche dallo
spazio degli italiani, improntato alla prospettiva lineare
centrica. Gli italiani usavano infatti un unico punto di fuga
posto al centro dell'orizzonte, dove tutto è perfettamente
strutturato ordinatamente, con rapporti precisi tra le figure e
un'unica fonte di luce che definisce le ombre. Secondo questa
impostazione lo spettatore resta tagliato fuori dalla scena e ne
ha una visione completa e chiara. Per i fiamminghi invece lo
spettatore è incluso illusoriamente nello spazio della
rappresentazione, tramite alcuni accorgimenti quali l'uso di più
punti di fuga (tre, quattro) o di una linea dell'orizzonte alta,
che fa sembrare l'ambiente "avvolgente" o in procinto di
rovesciarsi su chi guarda. 
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