Galleria d'arte antica "Principessa Sissi"®
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Gemona 10\12
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Ignaz Preissler, Kroenstadt e Reichenau (attuale Kunstadt e Rychnov nad Kneznou ), Boemia, 1720 -30. Straordinario ed importante vaso con coperchio. Raffigurazione del "Trionfo di Bacco ed Arianna" ispirata agli affreschi  di Annibale Carracci della volta della Galleria Farnese in Roma (vedi foto a fondo pagina.)  Magnifiche decorazioni dipinte a "Schwarzlot", chiaroscuri ottenuti con ossidi di piombo, combinati con delicate dorature e decori all'ossido di ferro (più rosso dell'oro). Magistrali e delicati motivi a putti, figure allegoriche dell'antichità, motivi floreali, ghirlande ed acanti in un "tripudio" barocco di raffinata eleganza. Corona  dei conti   Liebsteinsky Kolowrat portata in tronfo da un putto. Opera di rilievo per l'artista, fra le migliori giunte fino a noi. Alto cm. 37, largo cm.12,5. In ottime condizioni di conservazione e privo di restauri. Particolarmente rari i lavori di Preissler raffiguranti putti (Glas aus 5 Jahrundert, Michael Kovacek, Vienna 1990, pag. 93). Ampia trattazione su Preissler nel testo del Kunstistoriches Museum di Vienna, Licht un Farbe di Rudolf von Strasser, da pag. 150 a pag. 180. Importanti e ricchi calici di queste dimensioni furono realizzati da Preissler  o come lussuoso regalo per l'alta nobiltà in occasioni particolari(ad es. Matrimoni principeschi - opere simili "Museo delle arti applicate di Praga; Calice raffigurante Diana, decorato anch'esso a Schwarzlot e oro, ora proprietà dello stato della Repubblica Ceca, della collezione del castello di Hluboka nad Vltavo, ex principi Scharzenberg; Calice del Museo delle Arti applicate di Vienna MAK inv.3351, raffigurante la caccia al cervo).   

Ignaz Preissler (anche Preißler, Preußler, nato nel 1676 nella Selva Boema ,morto nel 1741 a Kronstadt – attuale Kunstadt, nella Repubblica Ceca) è stato un grande pittore di vetro e porcellana del Barocco, dalle inconfondibili opere. La sua tecnica preferita era il così detto “Schwarzlotmalerei” ossia la pittura a chiaroscuro ottenuta con gli ossidi di piombo, combinato con l'oro ed il rosso dei sali del ferro. Proveniva da una famiglia di artisti del vetro, originaria dai Monti Metalliferi che poi si spostò nella regione delle vetrerie della Slesia e dei Monti dei Giganti. Suo padre Daniel Preißler (1636-1733) operò inizialmente nella vetreria fondata da Hans Friedrich come pittore di vetro e porcellana, poi presso il personale atelier di vetro e porcellana del conte Franz Karl Liebsteinsky Kolowrat , a Reichenau. Ignaz Preissler imparò l'arte da suo padre, dopo avere studiato a Norimberga. Dopo gli anni di apprendistato a Journeyman si trasferì 1715-1720 a Breslavia (attuale Wroclaw - Polonia), dove operò per altre famiglie nobili. Dal 1729 passò anch'egli al servizio dei conti Austro-Boemi Kolowrat e lavorò per le loro vetrerie con il padre fino alla sua morte castello di Reichenau (in ceco Rychnov nad Kneznou). Dipinse inoltre come Hausmaler su porcellana per la manifattura di Meissen. Operò inoltre per il principe-elettore di Sassonia e il principe Augusto il Forte. Dipinse su bicchieri, bottiglie, vasi, brocche e vasellame con delicati disegni a ornamenti floreali, foglie e riccioli barocchi. Anche i soggetti allegorici erano comuni. Dipinse anche cineserie, di moda in Europa nella prima metà del XVIII° secolo. Dipinse per la nobiltà c.a 200 opere note nella sua vita, in parte firmate. Opere di Preissler si trovano in vari grandi musei come il Museo del Vetro di Passau, il Jean Paul Getty Museum di Los Angeles , il Birmingham Museum & Art Gallery, e il Cleveland Museum of Art ed il Muzeum Narodowe a Kielce. Sono conservati anche rari esemplari presso collezioni private. Alcuni pezzi della collezione privata di Rudolf von Strasser furono donati nel 2002 al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Solo molto di rado compaiono pezzi di Preissler presso prestigiose aste internazionali e grandi antiquari. Letteratura Kurt Pittrof: Preissler, Ignaz. Berlin 2001 Rudolf von Strasser: Memorie di un collezionista di vetro, 2003 Dietmar Zoedler : vetro della Slesia Würzburg 1996. Nell'anno 2009 nel museo delle arti applicate di Praga si è svolta una importante mostra su questo autore; catalogo "Daniel a Ignaz Preisslerové - barokni maliri skla a porcelanu" Helena Brozkova. UPM Praha 2009. Opere simili n.43, n.51, n.56. 

Il trionfo di Bacco e Arianna, o con altro titolo la Canzona di Bacco, è un componimento poetico scritto probabilmente nel 1490 che fa parte dei Canti carnascialeschi (canti di carnevale) di Lorenzo il Magnifico: ha vari aspetti di tipo popolaresco con la presenza di figure mitologiche come Bacco, divinità dell'ebbrezza, Arianna ed anche di satiri e ninfe. Uomo di grande cultura, profondamente imbevuto di ideali umanistici, Lorenzo de' Medici diede il via al cosiddetto "mecenatismo". Fu proprio da questo, dalla presenza di importanti esponenti della cultura umanistica nella sua corte, come Marsilio Ficino e Luigi Pulci, che poté trarre spunti per la composizione delle sue opere (rispettivamente le Selve d'amore e la Nencia da Barberino). Da considerarsi figura poliedrica, Lorenzo de' Medici affiancò all'attività politica una produzione letteraria intensa e varia nei temi e nei linguaggi. I Canti carnascialeschi furono composti per essere eseguiti con musica e in forma corale durante le feste del Carnevale. La canzone descrive e accompagna lo sfilare di carri mascherati di argomento mitologico, ideati dallo stesso Lorenzo. È composta di 60 versi ottonari, riuniti in sette strofe di otto versi ciascuna (ottave), con rime ABABBCCD. Le strofe sono precedute (e, si deve pensare, intercalate) dal ritornello con rime DCCD. Il testo presenta quindi una musicalità facile e ripetitiva, adatta all'esecuzione corale. Il trionfo di Bacco e Arianna è quindi un'esaltazione del carpe diem oraziano (cogli l'attimo, cioè goditi il momento senza pensare al futuro) ed è certamente il più famoso di questi canti, con il celebre ritornello che recita: « Quant'è bella giovinezza / che si fugge tuttavia! » Si tratta di un tema caratteristico del XV secolo, ovvero l' esortazione a godere pienamente delle gioie della giovinezza (la bellezza, l'amore, i sensi) nella consapevolezza della loro fugacità. Ciò è sottolineato dal fatto che gli altri due versi del medesimo ritornello che chiudono tutte le strofe successive aggiungono: « Chi vuol esser lieto, sia: / di doman non c'è certezza. »

Links (clicca sulle scritte):

Ignaz Preissler al Museo Nazionale di Napoli (IT)

Ignaz Preissler al British Museum (GB)

Ignaz Preissler al museo di Birmingham (GB)

Ignaz Preissler al Getty Museum (U.S.A.)

Ignaz Preissler al Metropolitan Museum (U.S.A.)

Ignaz Preissler al Victoria and Albert Museum (GB)

Ignaz Preissler al Corning Museum of glass (U.S.A.)

Ignaz Preissler al museo di Boston (U.S.A.)

Ignaz Preissler all'Ermitage (Russia)