Validi
pratici consigli per acquistare al meglio arte, operando
un buon investimento e limitando i rischi di comprare
oggetti non originali
Riguardo al venditore:
ĂĽ
Per acquistare oggetti
d’arte di valore, rivolgiti a galleristi specializzati e
accreditati,
preferibilmente titolati (ad es. Periti C.C.I.A.A. e\o
Tribunali, che devono rispettare il codice deontologico e la
cui competenza è certificata da tali enti a seguito d'esame
sostenuto di fronte a speciale commissione ).
In Italia non esiste un albo degli “antiquari” come nei
principali paesi europei, ma solo il ruolo dei periti. Nella
maggior parte degli stati U.E., per praticare la professione
d’antiquario (commercio e restauro di beni culturali antichi
più di anni 100) , è necessario, oltre al titolo di studio ed
i requisiti morali, anche un’esperienza diretta di
almeno anni 7
nel settore, nonché un corso di specializzazione triennale
presso istituzione accredita dal locale Ministero dei beni
culturali, con esame finale. I componenti della nostra
galleria possiedono ambedue queste peculiarità : a)
iscrizione all’albo Periti ed esperti in Italia; b)
abilitazione alla professione antiquaria in altro importante
stato U.E.
ĂĽ
Richiedi sempre la certificazione di originalità e\o la
perizia, prevista dal Nuovo Codice dei Beni culturali, che i
venditori devono sempre emettere, pena pesanti sanzioni.
Tale certificazione deve contenere in modo esplicito,
fotografia, misure, epoca, stile, condizioni di
conservazione e provenienza (intesa come regionalità)
dell’oggetto. Richiedi che venga indicata anche la
bibliografia di riferimento per oggetti simili, e\o
precedenti aggiudicazioni d’asta; ciò per confrontarne il
valore.
ĂĽ
Fai
in modo che il venditore ti indichi in modo dettagliato le
integrazioni e la tipologia di intervento di restauro
operati sull’oggetto (prodotti utilizzati e tecniche che
devono essere le stesse dell’epoca di riferimento). Fidati
maggiormente di restauri operati con documentazione
fotografica dello stato antecedente.
ĂĽ
Ti
ricordiamo che gli oggetti antichi, per essere definiti
“originali” devono essere integri per almeno i due terzi. In
tale calcolo però si deve tenere conto anche della tipologia
delle parti integrate e non del loro solo volume fisico (ad
esempio, in un mobile, il fronte, gli intarsi ecc. incidono
ben di più che schienali, fondi o gambe).
ĂĽ
Non
improvvisarti “esperto”, acquistando oggetti costosi presso
mercatini, bazar e\o rigattieri, oppure in aste on
line di privati; ciò magari nella speranza di risparmiare un po’ rispetto alle
gallerie qualificate o con l’illusione di comprare a buon
prezzo perché i venditori non saprebbero attribuire il
valore esatto alle loro cose. E’ un’attività ad alto rischio,
riservata a persone molto esperte; potresti avere amare
sorprese, acquistando oggetti non originali e anche magari
di provenienza dubbia. Il Testo Unico di Pubblica Sicurezza
infatti, prevede speciali adempimenti per gli antiquari
galleristi, che ti cautelano anche con riferimento alla
provenienza degli oggetti; tale garanzia non esiste nelle
altre situazioni. Tieni presente che la professione
d’antiquario (quello vero) è difficilissima, richiede una
vita di studio e pratica, d’aggiornamento continuo, viaggi
e frequenza presso musei e collezioni importanti. E’ inoltre
necessaria anche una innata “sensibilità individuale”,
nonché una grande passione. Chi opera con l’estero poi, deve
conoscere più lingue, anche per poter leggere i libri d’arte
estera spesso non tradotti. Ricorda infine che il vero
antiquario, quando acquista i suoi oggetti, pensa con
passione al loro valore artistico, alla loro originalità,
alla loro bellezza, e alla possibilità che essi siano
“recuperati” quando danneggiati, anche se a mezzo di costosi
restauri conservativi, e ne è affascinato. Restauri che poi segue e orienta
direttamente. Solo in un secondo momento si preoccupa della
loro commerciabilità. Cerca di capire se il venditore che
hai di fronte ragiona in questo modo.
ĂĽ
Se
pensi di avere acquistato qualcosa ad un prezzo troppo
elevato e ti senti rispondere “l’oggetto non è caro perchĂ©
gli oggetti d’arte possono piacere a chi più e a chi meno,
per cui il prezzo è un fatto personale” diffida! Tutto ciò
non è vero. La persona che hai di fronte nella migliore
delle ipotesi non è molto preparata. Per valutare un oggetto
d’arte bisogna, oltre che riconoscerlo e datarlo
perfettamente, riferirsi al passato, ossia studiare la
letteratura specifica che sopratutto le case d’asta
forniscono; in essa si può confrontare le aggiudicazioni
spuntate negli anni per oggetti simili. Interviene poi
l’esperienza e la sensibilità individuale. In sintesi
esistono dei parametri “tecnici” di riferimento per valutare
ogni singolo tipo di oggetto, non solo il gusto individuale.
Richiedi, quando acquisti, gli estremi della letteratura di
riferimento descrivente pezzi simili e il loro valore.
ĂĽ
Non pensare che i
restauratori , anche se capaci manualmente ed esperti, siano
da soli autonomamente sempre in grado di restaurare a regola
d’arte antica qualsiasi oggetto.
Essi, devono essere guidati dall’antiquario, che possiede
una professionalità diversa, orientata non solo alla
pratica, ma anche alla teoria. L’antiquario corregge
eventuali pratiche lesive dell’originalità (ad esempio
asportazione della patina), nonché sa in che modo e come
integrare eventuali parti mancanti; ciò perchè conosce gli
stili, le tecniche e possiede un’adeguata letteratura
specializzata. In sintesi, il solo restauratore non basta,
ma deve lavorare di concerto con l’antiquario. Spesso
restauratori anche conosciuti come “bravi” soltanto
“riparano” danneggiando i segni del tempo e la patina,
oppure utilizzando, per risparmiare tempo, strumenti
meccanici incompatibili con l’epoca a cui si riferisce
l’oggetto, o materiali inadeguati (colle sintetiche,
lucidanti, o gommapiuma anziché paglia per i sedili).
ĂĽ
Gli acquisti presso le case
d’asta.
Ricorda, che anche se delle volte esse sembrano po’ più
economiche rispetto alle gallerie, il rischio in realtà
aumenta, in quanto le case d’asta, come commissionari di
vendita non operano l’acquisto diretto dell’oggetto, quindi,
non rischiano il proprio denaro; sono perciò per logica
probabilmente portate ad esaminarlo “più velocemente” rispetto ad un
antiquario. La pratica totalità delle case d’asta inoltre, si sollevano dalle
responsabilità nella descrizione degli oggetti
esitati, della loro epoca e
dell’indicazione precisa della percentuale d’originalità
degli stessi. Ciò che hai comprato è “visto e piaciuto”
e la descizione dei lotti equivale ad un semplice "parere"
non giuridicamente rilevante. Il
perito d’asta indica solo un valore, che “dovrebbe” tenere
conto delle integrazioni esistenti, ma senza descriverle in
modo dettagliato e spesso nemmeno sintetico. Le case d’asta
inoltre, nella maggior parte dei casi e a differenza dai
mercanti d’arte, non forniscono alcuna garanzia per le
parti meccaniche degli oggetti (ad esempio perfetto
funzionamento degli orologi), la loro integrità e l'epoca
appunto né alcun servizio dopo la
vendita. Non forniscono inoltre alcuna garanzia sulle
qualità sonore ad esempio degli strumenti musicali antichi,
che non possono, in alcuni casi, nemmeno essere suonati ma
solo “visti”. In sintesi, per comprare all’asta, devi essere
molto esperto se basta. Altrimenti rivolgiti al gallerista
specializzato.
Esiste infine anche il rischio di essere trascinati in una
"irrazionale" competizione per aggiudicarsi un lotto solo
sulla spinta delle emozioni, per poi a mente fredda,
scoprire di averlo strapagato.
ĂĽ
Gli acquisti presso le
mostre antiquarie.
Il mondo delle mostre antiquarie è complesso. E’ un ottimo
business soprattutto per le società che le organizzano. Fai
attenzione. E’ importante capire chi è l’organizzatore di
tali manifestazioni. Alcuni organizzatori, seri e
qualificati, selezionano gli espositori offrendo gli spazi
solo a mercanti d’arte qualificati e competenti, e non sono
solo preoccupati di “vendere gli stand”. Cerca di capire se
l’organizzatore della mostra che vuoi visitare, opera una
tale selezione. In ogni caso le mostre migliori sono,anche
per questo motivo, molto onerose per gli espositori. Tali
costi per forza di cose sono poi riversati sul cliente
che compra. Questo sistema di vendita è inoltre poco
efficace, in quanto, permette agli espositori di esporre,
per motivi di spazio, solo una parte degli oggetti in loro
possesso, offrendoti quindi una minore scelta. La nostra
galleria, per tutto ciò esposto, ritiene di esporre i propri
oggetti solo in occasione di mostre altamente qualificate, e
non secondarie. Per razionalizzare i costi, in ogni caso,
opera preferibilmente in sede e a mezzo internet, con
clienti affezionati, riducendo il numero delle
manifestazioni e quindi i costi ad esse collegati, in modo
da praticare appunto condizioni migliori per i clienti.
Inoltre il tempo risparmiato che serve all'allestimento
degli stand, è da noi impiegato per lo studio e la ricerca
degli oggetti di qualità.
ĂĽ
Gli acquisti utilizzando
internet.
Internet è un mezzo straordinario, di diffusione della
cultura e della democrazia; consente inoltre, come le altre
nuove tecnologie, di ridurre i costi. Supera i luoghi
comuni e le paure che le persone meno aggiornate tentano di
diffondere! Internet è come il telefono; è un mezzo di
comunicazione che consente di ridurre tempi e costi. Sta in
te capire chi hai dall’altra parte del filo, se è serio o
meno. Se hai dei dubbi, utilizza la rete solo come primo
contatto e scelta di ciò che ti piace, poi raggiungi il
venditore presso la sua sede per una trattativa diretta. Il
tuo acquisto sarà senz’altro operato ad un prezzo migliore
rispetto alle proposte “tradizionali”, in quanto i costi che
il venditore ha sostenuto utilizzando come mezzo
pubblicitario internet, sono senz’altro inferiori rispetto a
qualsiasi altro sistema di comunicazione commerciale.
Riguardo agli oggetti:
Ø
Per
tutti gli oggetti d’arte antica, circa la valutazione degli
stessi, sono importanti i seguenti parametri :
a)
Condizioni di conservazione e integrità.
E’ uno dei parametri
fondamentali che incidono sul valore. Ricorda che vale di
più un oggetto ben conservato o perfettamente restaurato a
regola d’arte magari non rarissimo, rispetto ad uno più
raro ma molto danneggiato. Circa l’integrità, un oggetto
originale al 67% (limite minimo) vale anche la metà
rispetto ad uno integro o praticamente integro (solo con
minimi interventi), specie se le
integrazioni sono visibili e operate male.
Se le operazioni di
integrazione sono operate molto bene, magari con materiale
antico e tecnica originale, è un pò meglio. Nel caso dei mobili, quelli integri
o quasi, (come la maggior parte dei nostri), sono d’estrema
rarità ed ormai presenti solo nei musei, castelli e\o
presso prestigiose collezioni private. E’ molto raro
infatti, che un mobile, un tappeto, un orologio ecc. che ha
200 o 300 anni ed è stato usato, non abbia mai subito
integrazioni e\o riparazioni, o anche solo minime. Richiedi
sempre al venditore un dettaglio delle integrazioni operate,
in quanto oggetti che al profano possono sembrare simili, in
realtà può accadere per ciò esposto, che vantino un valore
molto diverso fra loro.
b)
Provincialità o “committenza cittadina nobile e\o borghese”.
Gli arredi e gli oggetti
definiti “cittadini”, ossia che avevano come committenti
nobili o ricchi borghesi, sono in genere più valutati
rispetto a quelli provinciali che erano destinati a
residenze di campagna o a classi meno abbienti. I migliori
artisti inoltre, in passato, lavoravano nelle grandi e
ricche città (Vienna, Londra, Parigi, Firenze, Venezia,
Roma, Praga ecc.). I mobili provinciali sono molto
interessanti quando la mente dell’artigiano che li ha
realizzati, si è distinta per il risultato ottenuto nel
contesto in cui ha vissuto, ed ha creato un opera originale
e\o di gran qualità (ad esempio un armadio dipinto
realizzato da un contadino, di perfette proporzioni e
ottima qualità pittorica, oppure un comò seicentesco
massello, di provincia, ma finemente scolpito, o anche
una cassapanca in massello di quercia con intarsi di buona
qualità, magari zoomorfi).
Come regola generale, i mobili
lastronati (ossia rivestiti da un lastrone di legno duro
(noce, ciliegio, frassino ecc., in genere piume e radiche)
da 1,5 a 5 millimetri, valgono
decisamente di più rispetto ai mobili massello. Ciò perchĂ©
le lastronature di essenze pregiate permettevano di creare degli
effetti decorativi e\o degli intarsi. I mobili massello, se
non finemente torniti o scolpiti, sono di minor valore. Ciò
vale sopratutto dal 1700 al 1830.
c)
La
tipologia di restauro.
La quasi totalità degli oggetti
antichi giunti sino a noi ha già subito dei restauri ed
integrazioni. Come detto, è molto raro e fortemente
desiderabile trovare degli oggetti che non hanno mai subito
dei restauri (come la maggior parte dei nostri - aspetto
documentabile a richiesta con fotografie), anche se delle volte,
all’occhio inesperto essi possono apparire danneggiati,
sporchi e\o trascurati. La cosa importante è che siano
quanto più integri possibile. Essi sono altamente desiderabili per i
seguenti motivi:
a) non hanno subito, nei
secoli passati integrazioni che ne ridurrebbero il valore;
tali integrazioni inoltre, talvolta sono di difficile
individuazione precisa anche all'occhio esperto;
b) le "riparazioni"
effettuate in passato, specialmente nella prima metà del XIX°
secolo, risultano, per la maggior parte dei casi, "lesive"
della patina originale, in quanto effettuate senza la dovuta
preparazione artistica, non a regola d'arte antica, con
mera finalità di "riparazione" appunto. Il mobile che perde
l'originale patina antica (caldo colore dovuto
all'alterazione e ossidazione nei secoli dello strato
superficiale del legno) e i segni d'originale usura, è di
rarità e valore di gran lunga inferiore rispetto ad un altro
“in patina”.
P.S. a restauro
conservativo avvenuto, con lucidatura a tampone e
gommalacca naturale (la stessa usata in antichità), il
mobile sarà privo di difetti e dalla struggente bellezza e
calore.
I restauri, devono
essere eseguiti con la tecnica originale dell’epoca, senza
l’ausilio di strumenti meccanici e l’utilizzo di prodotti
sintetici, incompatibili perché inesistenti all’epoca
d’origine dell’oggetto. Tali prodotti non
adeguati(vedi per i mobili ad es. colle sintetiche e colla
non “caravella” ossia d’osso di bovini, le lucidature
semisintetiche - non gommalacca naturale applicata a
stoppino-, i colori sintetici e non ricavati naturalmente
usati per
il restauro dei quadri), creano dei danni irreversibili che
preguidicano radicalmente il valore dell’oggetto
“riparato”. Tali strumenti inappropriati sono normalmente
utilizzati per risparmiare tempo e lavoro. E’ necessario
selezionare una galleria d’arte come la nostra, che pretenda
che i sui artigiani di fiducia operino i restauri a regola
d’arte antica con i prodotti d’origine, anche se essi
risultano molto onerosi, E’ inoltre raro ormai trovare degli
artigiani che conoscano le tecniche antiche. Pretendi,
quando acquisti, che la tipologia di restauro e i prodotti
utlizzati siano dettagliatamente descritti dal venditore,
come è da noi prassi. Ricorda: quando sfiori un mobile
lucidato a gommalacca, esso ti appare al tatto naturale,
forse un po’ caldo, delicato come la seta, e il dito non
scorre libero ma è leggermente frenato. La luce che irradia
il mobile è completamente diversa da quella irradiata da una
lucidatura sintetica. E’ calda, quasi dorata, non fredda o
“elettrica”. Le cere infine, spesso decantate, sono adatte ai
mobili rustici, o forse compatibili con gli arredi d'alta epoca( '500
e primo.'600). Presentano però il problema che penetrando
nei pori del legno, "lo sporcano" in modo irreversibile.
Ricorda, la lucidatura "principe" è quella alla francese con
gommalacca naturale. Solo pochi restauratori la sanno
stendere, con enorme dispendio di lavoro e tempo.
P.S. Le
opere d'arte antica sono delicate e fragili, e devono essere
tramandate alle generazioni future. "Toccare" o "far
toccare" da mani inesperte, anche in modo lieve, un mobile,
un quadro, un orologio ecc. può causare un danno anche
irreversibile. Acquistando un oggetto presso la nostra
galleria, oltre che operare un ottimo investimento ottenendo
i migliori consigli, contribuirai a fornirci le risorse per
proseguire la nostra attività, che non è solo commerciale,
ma è, con passione, volta sopratutto al recupero conservativo degli oggetti
d'arte, patrimonio culturale dell'umanità.
Cosa
osservare preliminarmente quando si
acquista in particolare un mobile
Biedermeier .
Consigli base espressi in sintesi per
il collezionista ancora non esperto.
1) Epoca di realizzazione.
E’
vero che dal punto di vista storico si
definisce come epoca Biedermeier il
periodo che va dal 1815 al 1848 ossia
dal congresso di Vienna ai moti popolari
anti asburgici, ma i “capolavori” di
quest’epoca sono stati realizzati nel
periodo di tempo che va dal 1815 al
1830-35. Nella fase successiva lo stile
ha perso la sua originaria semplicità ed
austerità, ed è stato influenzato dalla
nascente moda di un velato ritorno in
auge dello stile rococò. Le linee
perdono perciò l’originaria
“geometricità” per abbandonarsi spesso a
linee mosse e ondulate. Le tecniche di
realizzazione inoltre cominciano ad
essere influenzate da una iniziale forma
di meccanizzazione.
IL
RAPPORTO DI VALORE FRA OGGETTI CONCEPITI
NELLA PRIMA E NELLA SECONDA FASE PUO’
ESSERE ESPRESSO MEDIAMENTE, SALVO
ECCEZIONI PER PEZZI PARTICOLARI, NELLA
MISURA DI UNO A TRE. OSSIA UN OGGETTO
REALIZZATO NELLA SECONDA PARTE DEL
PERIODO (1835-1848) VALE MEDIAMENTE UN
TERZO DEL CORRISPONDENTE CONCEPITO NELLA
PRIMA PARTE.
Particolare attenzione va rivolta anche
al ritorno in auge del gusto Biedermeier
avvenuto negli anni ’20 e ’30 del
novecento. Sulla spinta del cosiddetto
“razionalismo” (Bauhaus ecc.), molti
autori decò si sono ispirati al gusto ed
ai modelli Biedermeier. Le loro
realizzazioni, ad un occhio non esperto,
possono sembrare simili.
2) La provenienza
Lo
stile Biedermeier fu molto popolare
all’epoca, e quindi il gusto si diffuse
in tutta l’Europa centrale e
settentrionale, dal nord Italia alla
Germania, alla Polonia e alla
Scandinavia. I grandi ebanisti e il
clima “socioculturale” adeguato alla
realizzazione delle migliori opere
Biedermeier erano presenti però solo a
Vienna e nelle altre due grandi
principali città dell’Impero, ossia
Praga e Budapest. Le realizzazioni
Biedermeier tedesche e scandinave in
particolare, risultano solo delle
“imitazioni” dei modelli Viennesi e
salvo eccezioni sono prive della loro
“leggerezza” ed eleganza. IL RAPPORTO DI
VALORE FRA IL BIEDERMEIER VIENNESE E
QUELLO TEDESCO O NORDICO E’ MEDIAMENTE
DI 2 A 1. OSSIA IL TEDESCO MEDIAMENTE
VALE LA META’ DEL VIENNESE (SALVO
APPUNTO PARTICOLARI PEZZI ED AUTORI).
3) Il modello e l’essenza
Il
valore del mobile Biedermeier è frutto
della “convergenza armonica” fra due
fattori critici:
I
mobili più costosi sono quelli in cui la
preziosità dell’essenza coincide con
l’eleganza, la proporzione e soprattutto
“la modernità la particolarità” della
forma. Le forme più ambite sono quelle
corrispondenti ai designer ed ai
migliori ebanisti viennesi (Dahnauser,
Pfeffer ecc.); esse, dalle linee quasi
moderne “non invecchiano mai” ed
ispirano a tutt’oggi designer
contemporanei.
Infine, le lastronature migliori sono
quelle operate in piuma di ciliegio,
noce e mogano. In seconda battuta le
radiche, il frassino ed infine la
betulla (nord Europa) e l’acero. Molto
desiderabili sono le accentuate e
gradevoli venature che si sviluppano in
senso orizzontale ricavate da alberi
accuratamente scelti dagli ebanisti
dell’epoca, nonchè le filettature e le
decorazioni ebanizzate e a china.
4) Lo stato di conservazione e le
modalità di restauro.
Una domanda da porre al venditore:
Quanto è stato aggiunto o sottratto
dalla forma originale e lastronato? E’
stata preservata la patina originale
prima della lucidatura?
Un’ulteriore aspetto molto importante è
la tecnica ed il materiale usato per la
finitura.
E’
gommalacca o no? E’ necessario far
mettere per iscritto dal venditore che
il materiale usato per la finitura è
stata vera gommalacca.
Cos’e’ la gommalacca? E’ la sostanza
“principe” con la quale si lucidano i
mobili di pregio sin dal XVII ° secolo.
E’ una secrezione essiccata di un
insetto che vive nelle foreste
dell’India e della Thailandia di nome
Kerrialacca. Nell’antichità era
importata in Europa dai veneziani e poi
dagli inglesi. Trattasi di una resina
naturale che da sempre conferisce un
aspetto “caldo, naturale e vellutato”
alla superficie lignea, esaltandone le
venature. La lucidatura con gommalacca
che si chiama “alla francese” è
un’operazione laboriosa e complessa,
richiede una grande esperienza che oggi
pochi artigiani hanno conservato. Per
lucidare un piano di un tavolo sono
necessarie anche 70 ore di lavoro, in
quanto è necessario operare a “settori e
per strati” con l’ausilio di un tampone
imbevuto di spirito e con sole poche
gocce di gommalacca alla volta, muovendo
senza fermate il tampone fino
all’evaporazione dello spirito. Se il
tampone si ferma la superficie si
opacizza immediatamente. Se possiamo
misurare in 0,5 millimetri lo strato di
gommalacca da ottenere per una corretta
lucidatura, si può immaginare quanto
tale lucidatura richieda tempo.
La lucidatura a gommalacca è
considerata “di standard museale” da
tutti i grandi musei del mondo e
finitura necessaria per il mobile
Biedermeier.
Molti "antiquari" improvvisati e/o “riparatori”
incompetenti utilizzano purtroppo delle
“cere” o simili, oppure delle
gommalacche “sintetiche”, di facile e
rapida applicazione, vendute in
qualsiasi negozio d'hobby, che rovinano
però in modo irreversibile i mobili di
pregio. Queste economiche vernici a
spruzzo, sono in genere riconoscibili
perché un po' “torbide” meno translucenti e tendono a modificare il
colore naturale del legno. Inoltre
siccome sono spruzzate in modo uniforme
sul mobile, nascondono le piccole
irregolarità che i pezzi antichi
originali hanno, imperfezioni che
accrescono la loro bellezza. Tali
vernici poi, rovinano irrimediabilmente
il mobile perchĂ© per asportarle, è
necessario abradere energicamente la
superficie danneggiando la patina
antica.
Come riconoscere una perfetta lucidatura
a gommalacca? Al tatto il dito scorre ma
è appena lievemente frenato, con una
sensazione calda e gradevole, come
toccando la seta. Osservando il mobile a
luce radente, l'occhio deve vedere un
riflesso simile a quello che produce il
vetro; in una lucidatura perfetta poi,
non si devono vedere i pori del legno.
Il mobile appare “naturale” e “dalla
calda patina” . |
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