Principessa Sissi ® antichità. Galleria d'alto antiquariato in Udine

Galleria d'arte antica "Principessa Sissi"®
Via Gemona 10\12
33100 Udine (Italia, Italien, Italy), tel.+39 0432 229741, +39 3482325219

(Registro imprese Udine UD-237375, P.IVA IT 02124260304)

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Validi pratici consigli  per acquistare al meglio arte,  operando un buon investimento  e limitando i rischi di comprare oggetti non originali 

Riguardo al venditore:

 ĂĽ     Per acquistare oggetti d’arte di valore, rivolgiti a galleristi specializzati e accreditati, preferibilmente  titolati (ad es. Periti C.C.I.A.A. e\o Tribunali, che devono rispettare il codice deontologico e la cui competenza è certificata da tali enti a seguito d'esame sostenuto di fronte a speciale commissione ).  In Italia non esiste un albo degli “antiquari” come nei principali paesi europei, ma solo il ruolo dei periti. Nella maggior parte degli stati U.E., per praticare la professione d’antiquario (commercio e restauro di beni culturali antichi più di anni 100) , è necessario, oltre al titolo di studio ed i requisiti morali,  anche un’esperienza diretta di almeno anni 7 nel settore, nonchĂ© un corso di specializzazione triennale presso istituzione accredita dal locale Ministero dei beni culturali, con esame finale.  I componenti  della nostra galleria possiedono ambedue queste  peculiarità : a) iscrizione all’albo   Periti ed esperti in Italia;    b) abilitazione alla professione antiquaria in altro importante stato U.E.

ĂĽ     Richiedi sempre la certificazione di originalità e\o la perizia, prevista dal Nuovo Codice dei Beni culturali, che i venditori devono sempre emettere, pena pesanti sanzioni. Tale certificazione deve contenere in modo esplicito, fotografia, misure, epoca, stile, condizioni di conservazione e provenienza (intesa come regionalità) dell’oggetto. Richiedi che venga indicata anche la bibliografia di riferimento per oggetti simili, e\o precedenti aggiudicazioni d’asta; ciò per confrontarne il valore.

ĂĽ     Fai in modo che il venditore ti indichi in modo dettagliato le integrazioni e la tipologia di intervento di restauro operati sull’oggetto (prodotti  utilizzati e tecniche che devono essere le stesse dell’epoca di riferimento). Fidati maggiormente di restauri operati con documentazione fotografica dello stato antecedente.

ĂĽ     Ti ricordiamo che gli oggetti antichi, per essere definiti “originali” devono essere integri per almeno i due terzi. In tale calcolo però si deve tenere conto anche della tipologia delle parti integrate  e non del loro solo volume fisico (ad esempio, in un mobile, il fronte, gli intarsi ecc. incidono ben di più che schienali, fondi o gambe).

ĂĽ     Non improvvisarti “esperto”, acquistando oggetti costosi  presso mercatini,  bazar e\o rigattieri, oppure in aste on line di privati; ciò magari  nella speranza di risparmiare un po’ rispetto alle gallerie qualificate o con l’illusione di comprare a buon prezzo perchĂ© i venditori non saprebbero attribuire il valore esatto alle loro cose. E’ un’attività ad alto rischio, riservata a persone molto esperte;  potresti avere amare sorprese, acquistando oggetti non originali e anche magari di provenienza dubbia.  Il Testo Unico di Pubblica Sicurezza infatti, prevede speciali adempimenti per gli antiquari galleristi, che ti cautelano anche con riferimento alla provenienza degli oggetti;  tale garanzia non esiste nelle altre situazioni.    Tieni presente che  la professione d’antiquario (quello vero)  è difficilissima, richiede una vita di studio e  pratica, d’aggiornamento continuo, viaggi e frequenza presso musei e collezioni importanti. E’ inoltre necessaria anche una innata “sensibilità individuale”, nonchĂ© una grande passione. Chi opera con l’estero poi, deve conoscere più lingue, anche per poter leggere i libri d’arte estera spesso non tradotti.  Ricorda infine che il vero antiquario, quando acquista i suoi oggetti, pensa con passione al loro valore artistico, alla loro originalità,  alla loro bellezza, e alla possibilità che essi siano “recuperati” quando danneggiati, anche se a mezzo di costosi restauri conservativi, e ne è affascinato.  Restauri che poi segue e orienta direttamente.  Solo in un secondo momento si preoccupa della loro commerciabilità.   Cerca di capire se il venditore che hai di fronte  ragiona in questo modo.

ĂĽ     Se pensi di avere acquistato qualcosa ad un prezzo troppo elevato e ti senti rispondere “l’oggetto non è caro perchĂ© gli oggetti d’arte possono piacere a chi più e a chi meno, per cui il prezzo è un fatto personale” diffida! Tutto ciò non è vero. La persona che hai di fronte nella migliore delle ipotesi non è molto preparata. Per valutare un oggetto d’arte bisogna, oltre che riconoscerlo e datarlo perfettamente, riferirsi al passato, ossia studiare la letteratura specifica che sopratutto le case d’asta forniscono; in essa si può confrontare le aggiudicazioni spuntate negli anni  per oggetti simili. Interviene poi l’esperienza e la sensibilità individuale. In sintesi esistono dei parametri “tecnici” di riferimento per valutare ogni singolo tipo di oggetto, non solo il gusto individuale. Richiedi, quando acquisti, gli estremi della letteratura di riferimento descrivente pezzi simili e il loro valore.

ĂĽ     Non pensare che i restauratori , anche se capaci manualmente ed esperti, siano da soli autonomamente sempre in grado di restaurare a regola d’arte antica qualsiasi oggetto.  Essi, devono essere guidati dall’antiquario, che possiede una professionalità   diversa, orientata non solo alla pratica, ma anche alla teoria. L’antiquario corregge eventuali  pratiche lesive dell’originalità (ad esempio asportazione della patina), nonchĂ© sa in che modo e come integrare eventuali parti mancanti; ciò perchè conosce gli stili, le  tecniche  e possiede un’adeguata letteratura specializzata. In sintesi, il solo restauratore non basta, ma deve lavorare di concerto con l’antiquario. Spesso restauratori anche conosciuti come “bravi” soltanto “riparano”  danneggiando i segni del tempo e la patina, oppure utilizzando, per risparmiare tempo, strumenti meccanici incompatibili con l’epoca a cui si riferisce l’oggetto, o materiali inadeguati (colle sintetiche, lucidanti, o gommapiuma anzichĂ© paglia per i sedili).

ĂĽ     Gli acquisti  presso le case d’asta. Ricorda, che anche se delle volte esse sembrano po’ più economiche rispetto alle gallerie, il rischio in realtà aumenta, in quanto le case d’asta, come commissionari di vendita non operano l’acquisto diretto dell’oggetto, quindi, non rischiano il proprio denaro; sono perciò per logica probabilmente portate ad esaminarlo “più velocemente” rispetto ad un antiquario. La pratica totalità delle case d’asta inoltre, si sollevano dalle responsabilità nella descrizione  degli oggetti esitati, della loro epoca  e dell’indicazione precisa della percentuale d’originalità degli stessi.  Ciò che hai comprato è “visto e piaciuto” e la descizione dei lotti equivale ad un semplice "parere" non giuridicamente rilevante. Il perito d’asta indica solo un valore, che “dovrebbe” tenere conto delle integrazioni esistenti, ma senza descriverle  in modo dettagliato e spesso nemmeno sintetico. Le case d’asta inoltre, nella maggior parte dei casi e a differenza dai mercanti d’arte,  non forniscono alcuna garanzia per le parti meccaniche degli oggetti (ad esempio perfetto funzionamento degli orologi), la loro integrità e l'epoca appunto nĂ© alcun servizio dopo la vendita. Non forniscono inoltre alcuna garanzia sulle qualità sonore ad esempio degli strumenti musicali antichi, che non possono, in alcuni casi, nemmeno essere suonati ma solo “visti”. In sintesi, per comprare all’asta, devi essere molto esperto se basta. Altrimenti rivolgiti al gallerista specializzato. Esiste infine anche il rischio di essere trascinati in una "irrazionale" competizione per aggiudicarsi un lotto solo sulla spinta delle emozioni, per poi a mente fredda, scoprire di averlo strapagato. 

ĂĽ     Gli  acquisti presso le mostre antiquarie. Il mondo delle mostre antiquarie è complesso. E’ un ottimo business soprattutto per le società che le organizzano. Fai attenzione. E’ importante capire chi è l’organizzatore di tali manifestazioni. Alcuni organizzatori, seri e qualificati, selezionano gli espositori offrendo gli spazi solo a mercanti d’arte qualificati e competenti, e non sono solo preoccupati di “vendere gli stand”. Cerca di capire se l’organizzatore della mostra che vuoi visitare, opera una tale selezione. In ogni caso le mostre migliori sono,anche per questo motivo, molto onerose per gli espositori. Tali costi  per forza di cose sono poi riversati sul cliente che compra. Questo sistema di vendita è inoltre poco efficace, in quanto, permette agli espositori di esporre, per motivi di spazio, solo una parte degli oggetti in loro possesso, offrendoti quindi una minore scelta. La nostra galleria, per tutto ciò esposto, ritiene di esporre i propri oggetti solo in occasione di mostre altamente qualificate, e non secondarie. Per razionalizzare i costi, in ogni caso, opera preferibilmente in sede e a mezzo internet,  con clienti affezionati, riducendo il numero delle manifestazioni e quindi i costi ad esse collegati, in modo da praticare appunto condizioni migliori per i clienti.    Inoltre il tempo risparmiato che serve all'allestimento degli stand, è da noi impiegato per lo studio e la ricerca degli oggetti di qualità.

ĂĽ     Gli acquisti utilizzando internet. Internet è un mezzo straordinario, di diffusione della cultura e della democrazia; consente inoltre, come le altre nuove tecnologie, di ridurre i costi. Supera i luoghi comuni e le paure che le persone meno aggiornate tentano di diffondere! Internet è come il telefono; è un mezzo di comunicazione che consente di ridurre tempi e costi. Sta in te capire chi hai dall’altra parte del filo, se è serio o meno. Se hai dei dubbi, utilizza la rete solo come primo contatto e scelta di ciò che ti piace,  poi raggiungi il venditore presso la sua sede per una trattativa diretta. Il tuo acquisto sarà senz’altro operato ad un prezzo migliore rispetto alle proposte “tradizionali”, in quanto i costi che il venditore ha sostenuto utilizzando come mezzo pubblicitario internet, sono senz’altro inferiori rispetto a qualsiasi altro sistema di comunicazione commerciale.

 

 Riguardo agli oggetti:

 

Ø     Per tutti gli oggetti d’arte antica, circa la valutazione degli stessi, sono importanti i seguenti parametri :

 

a)    Condizioni di conservazione e integrità.

 

E’ uno dei parametri fondamentali che incidono sul valore. Ricorda che vale di più un oggetto ben conservato o perfettamente restaurato a regola d’arte  magari non rarissimo, rispetto  ad uno più raro ma molto danneggiato. Circa l’integrità, un oggetto originale al 67% (limite minimo) vale anche la metà  rispetto ad uno integro o praticamente integro (solo con minimi interventi), specie se le integrazioni sono  visibili e operate male. Se le operazioni di integrazione sono  operate molto bene, magari con materiale  antico e tecnica originale, è un pò meglio.  Nel caso dei mobili, quelli integri o quasi, (come la maggior parte dei nostri), sono d’estrema rarità ed ormai presenti solo nei musei,  castelli e\o presso  prestigiose collezioni private. E’ molto raro infatti, che un mobile, un tappeto, un orologio ecc. che ha 200 o 300 anni ed è stato usato, non abbia mai subito integrazioni e\o riparazioni, o anche solo minime. Richiedi sempre al venditore un dettaglio delle integrazioni operate, in quanto oggetti che al profano possono sembrare simili, in realtà può accadere per ciò esposto, che vantino un valore molto diverso fra loro. 

 

b)    Provincialità o “committenza cittadina nobile e\o borghese”.

 

Gli arredi e gli oggetti definiti “cittadini”, ossia che avevano come committenti nobili o ricchi borghesi, sono in genere più valutati   rispetto a quelli provinciali che erano destinati a residenze di campagna o a classi meno abbienti. I migliori artisti inoltre, in passato, lavoravano nelle grandi e ricche città (Vienna, Londra, Parigi, Firenze, Venezia, Roma, Praga ecc.). I mobili provinciali sono molto interessanti quando la mente dell’artigiano che li ha realizzati, si è distinta per il  risultato ottenuto nel contesto in cui ha vissuto, ed ha creato un opera originale e\o di gran qualità (ad esempio un armadio dipinto realizzato da un contadino,  di perfette proporzioni e ottima qualità pittorica, oppure un comò seicentesco massello, di provincia, ma  finemente scolpito, o anche una cassapanca in massello di quercia con intarsi di buona qualità, magari zoomorfi).

Come regola generale, i mobili lastronati (ossia rivestiti da un lastrone di legno duro (noce, ciliegio, frassino ecc., in genere piume e radiche)  da 1,5 a 5 millimetri, valgono decisamente di più rispetto ai mobili massello. Ciò perchĂ© le lastronature di essenze pregiate permettevano di creare degli effetti decorativi e\o degli intarsi. I mobili massello, se non finemente torniti o scolpiti, sono di minor  valore. Ciò vale sopratutto  dal 1700 al 1830. 

  

c)     La tipologia di restauro.

 

La quasi totalità degli oggetti antichi giunti sino a noi ha già subito dei restauri ed integrazioni. Come detto, è molto raro e fortemente desiderabile trovare degli oggetti che non hanno mai subito dei restauri (come la maggior parte dei nostri - aspetto documentabile a richiesta con fotografie), anche se delle volte, all’occhio inesperto essi possono apparire danneggiati, sporchi e\o trascurati.  La cosa  importante è che  siano quanto più integri possibile. Essi sono altamente desiderabili per i seguenti motivi:

a) non hanno subito, nei secoli passati integrazioni  che ne ridurrebbero il valore; tali integrazioni inoltre, talvolta  sono di difficile individuazione precisa anche all'occhio esperto;

b) le "riparazioni"  effettuate in passato, specialmente nella prima metà del XIX° secolo, risultano, per la maggior parte dei casi, "lesive" della patina originale, in quanto effettuate senza la dovuta preparazione artistica,  non a regola d'arte antica, con mera finalità di "riparazione" appunto. Il mobile che perde l'originale patina antica  (caldo colore dovuto all'alterazione e ossidazione nei secoli dello strato superficiale del legno) e i segni d'originale usura, è di rarità e valore di gran lunga inferiore rispetto ad un altro “in patina”.       

P.S. a restauro conservativo avvenuto,  con lucidatura a tampone e gommalacca naturale (la stessa usata in antichità), il mobile sarà privo di difetti e dalla struggente bellezza e calore.

       I restauri, devono essere eseguiti con la tecnica originale dell’epoca, senza l’ausilio di strumenti meccanici e l’utilizzo di prodotti sintetici, incompatibili perchĂ© inesistenti all’epoca d’origine  dell’oggetto. Tali prodotti  non adeguati(vedi per i mobili ad es. colle sintetiche e  colla non  â€ścaravella” ossia d’osso di bovini, le lucidature semisintetiche - non gommalacca naturale applicata a stoppino-, i colori sintetici e non ricavati naturalmente usati per il restauro dei quadri), creano dei danni irreversibili che preguidicano radicalmente il valore dell’oggetto “riparato”.  Tali strumenti inappropriati sono normalmente utilizzati per risparmiare tempo e lavoro. E’ necessario selezionare una galleria d’arte come la nostra, che pretenda che i sui artigiani di fiducia operino i  restauri a regola d’arte antica con i prodotti d’origine, anche se essi risultano molto onerosi, E’ inoltre raro ormai trovare degli artigiani che conoscano le tecniche antiche. Pretendi, quando acquisti, che la tipologia di restauro e i prodotti utlizzati siano dettagliatamente descritti dal venditore, come è da noi prassi.   Ricorda: quando sfiori un mobile lucidato a gommalacca, esso ti appare al tatto naturale, forse un po’ caldo, delicato come la seta, e il dito non scorre libero ma è leggermente frenato. La luce che irradia il mobile è completamente diversa da quella irradiata da una lucidatura sintetica. E’ calda, quasi dorata, non  fredda o “elettrica”.   Le cere infine, spesso decantate, sono adatte ai mobili rustici, o forse compatibili con gli arredi d'alta epoca( '500  e primo.'600). Presentano però il problema che penetrando nei pori del legno, "lo sporcano" in modo irreversibile. Ricorda, la lucidatura "principe" è quella alla francese con gommalacca naturale. Solo pochi restauratori la sanno stendere, con enorme dispendio di lavoro e tempo. 

 

P.S. Le opere d'arte antica sono delicate e fragili, e devono essere tramandate alle generazioni future. "Toccare" o "far toccare" da mani inesperte, anche in modo lieve, un mobile, un quadro, un orologio ecc. può causare un danno anche irreversibile. Acquistando un oggetto presso la nostra galleria, oltre che operare un ottimo investimento ottenendo i migliori consigli, contribuirai a fornirci le risorse per proseguire la nostra attività, che non è solo commerciale, ma è, con passione, volta sopratutto al recupero conservativo degli oggetti d'arte,  patrimonio culturale dell'umanità. 

Cosa osservare preliminarmente quando si acquista in particolare un mobile Biedermeier .
 

Consigli base espressi in sintesi per il collezionista ancora non esperto.


 

1) Epoca di realizzazione.


 

E’ vero che dal punto di vista storico si definisce come epoca Biedermeier il periodo che va dal 1815 al 1848 ossia dal congresso di Vienna ai moti popolari anti asburgici, ma i “capolavori” di quest’epoca sono stati realizzati nel periodo di tempo che va dal 1815 al 1830-35. Nella fase successiva lo stile ha perso la sua originaria semplicità ed austerità, ed è stato influenzato dalla nascente moda di un velato ritorno in auge dello stile rococò. Le linee perdono perciò l’originaria “geometricità” per abbandonarsi spesso a linee mosse e ondulate. Le tecniche di realizzazione inoltre cominciano ad essere influenzate da una iniziale forma di meccanizzazione.

IL RAPPORTO DI VALORE FRA OGGETTI CONCEPITI NELLA PRIMA E NELLA SECONDA FASE PUO’ ESSERE ESPRESSO MEDIAMENTE, SALVO ECCEZIONI PER PEZZI PARTICOLARI, NELLA MISURA DI UNO A TRE. OSSIA UN OGGETTO REALIZZATO NELLA SECONDA PARTE DEL PERIODO (1835-1848) VALE MEDIAMENTE UN TERZO DEL CORRISPONDENTE CONCEPITO NELLA PRIMA PARTE.

Particolare attenzione va rivolta anche al ritorno in auge del gusto Biedermeier avvenuto negli anni ’20 e ’30 del novecento. Sulla spinta del cosiddetto “razionalismo” (Bauhaus ecc.), molti autori decò si sono ispirati al gusto ed ai modelli Biedermeier. Le loro realizzazioni, ad un occhio non esperto, possono sembrare simili.


 

2) La provenienza


 

Lo stile Biedermeier fu molto popolare all’epoca, e quindi il gusto si diffuse in tutta l’Europa centrale e settentrionale, dal nord Italia alla Germania, alla Polonia e alla Scandinavia. I grandi ebanisti e il clima “socioculturale” adeguato alla realizzazione delle migliori opere Biedermeier erano presenti però solo a Vienna e nelle altre due grandi principali città dell’Impero, ossia Praga e Budapest. Le realizzazioni Biedermeier tedesche e scandinave in particolare, risultano solo delle “imitazioni” dei modelli Viennesi e salvo eccezioni sono prive della loro “leggerezza” ed eleganza. IL RAPPORTO DI VALORE FRA IL BIEDERMEIER VIENNESE E QUELLO TEDESCO O NORDICO E’ MEDIAMENTE DI 2 A 1. OSSIA IL TEDESCO MEDIAMENTE VALE LA META’ DEL VIENNESE (SALVO APPUNTO PARTICOLARI PEZZI ED AUTORI).


 

3) Il modello e l’essenza


 

Il valore del mobile Biedermeier è frutto della “convergenza armonica” fra due fattori critici:


 

  • La forma

  • La qualità dell’essenza.


 

I mobili più costosi sono quelli in cui la preziosità dell’essenza coincide con l’eleganza, la proporzione e soprattutto “la modernità la particolarità” della forma. Le forme più ambite sono quelle corrispondenti ai designer ed ai migliori ebanisti viennesi (Dahnauser, Pfeffer ecc.); esse, dalle linee quasi moderne “non invecchiano mai” ed ispirano a tutt’oggi designer contemporanei.

Infine, le lastronature migliori sono quelle operate in piuma di ciliegio,  noce e mogano. In seconda battuta le radiche, il frassino ed infine la betulla (nord Europa) e l’acero. Molto desiderabili sono le accentuate e gradevoli venature che si sviluppano in senso orizzontale ricavate da alberi accuratamente scelti dagli ebanisti dell’epoca, nonchè le filettature e le decorazioni ebanizzate e a china.
 

4) Lo stato di conservazione e le modalità di restauro.


 

Una domanda da porre al venditore: Quanto è stato aggiunto o sottratto dalla forma originale e lastronato? E’ stata preservata la patina originale prima della lucidatura?

Un’ulteriore aspetto molto importante è la tecnica ed il materiale usato per la finitura.

E’ gommalacca o no? E’ necessario far mettere per iscritto dal venditore che il materiale usato per la finitura è stata vera gommalacca.

Cos’e’ la gommalacca? E’ la sostanza “principe” con la quale si lucidano i mobili di pregio sin dal XVII ° secolo. E’ una secrezione essiccata di un insetto che vive nelle foreste dell’India e della Thailandia di nome Kerrialacca. Nell’antichità era importata in Europa dai veneziani e poi dagli inglesi. Trattasi di una resina naturale che da sempre conferisce un aspetto “caldo, naturale e vellutato” alla superficie lignea, esaltandone le venature. La lucidatura con gommalacca che si chiama “alla francese” è un’operazione laboriosa e complessa, richiede una grande esperienza che oggi pochi artigiani hanno conservato. Per lucidare un piano di un tavolo sono necessarie anche 70 ore di lavoro, in quanto è necessario operare a “settori e per strati” con l’ausilio di un tampone imbevuto di spirito e con sole poche gocce di gommalacca alla volta, muovendo senza fermate il tampone fino all’evaporazione dello spirito. Se il tampone si ferma la superficie si opacizza immediatamente. Se possiamo misurare in 0,5 millimetri lo strato di gommalacca da ottenere per una corretta lucidatura, si può immaginare quanto tale lucidatura richieda tempo.

La lucidatura a gommalacca è considerata “di standard museale” da tutti i grandi musei del mondo e finitura necessaria per il mobile Biedermeier.

Molti "antiquari" improvvisati e/o “riparatori” incompetenti utilizzano purtroppo delle “cere” o simili, oppure delle gommalacche “sintetiche”, di facile e rapida applicazione, vendute in qualsiasi negozio d'hobby, che rovinano però in modo irreversibile i mobili di pregio. Queste economiche vernici a spruzzo, sono in genere riconoscibili perchĂ© un po' “torbide” meno translucenti e tendono a modificare il colore naturale del legno. Inoltre siccome sono spruzzate in modo uniforme sul mobile, nascondono le piccole irregolarità che i pezzi antichi originali hanno, imperfezioni che accrescono la loro bellezza. Tali vernici poi, rovinano irrimediabilmente il mobile perchĂ© per asportarle, è necessario abradere energicamente la superficie danneggiando la patina antica.

Come riconoscere una perfetta lucidatura a gommalacca? Al tatto il dito scorre ma è appena lievemente frenato, con una sensazione calda e gradevole, come toccando la seta. Osservando il mobile a luce radente, l'occhio deve vedere un riflesso simile a quello che produce il vetro; in una lucidatura perfetta poi, non si devono vedere i pori del legno. Il mobile appare “naturale” e “dalla calda patina” .